Piuma è la commedia che ha creato più scompiglio all’ultima Mostra del cinema di Venezia. Il regista Roan Johnson, in sala dal 20 ottobre, in un'intervista a Vanity Fair, prova a spiegare la sua ultima fatica, la storia di due quasi 18enni (Blu Yoshimi e Luigi Fedele), alle prese con la nascita di un figlio.
«La leggerezza è una grande compagna di vita. I mostri sacri della commedia italiana ci hanno insegnato a prenderci per il culo e, soprattutto in un momento di grande retorica come questo, avere tutti un po’ più di autoironia aiuterebbe».
«I millennial, invece hanno una maturità e un’intelligenza fuori dal comune. Da una generazione all’altra ci sono grandi cambiamenti in atto, me ne accorgo anche da mio figlio di due anni e mezzo: ha sempre tablet e smartphone accanto, si riguarda costantemente nelle foto e nei video. In futuro gli esseri umani saranno forse più narcisi, ma avranno anche una coscienza dell’Io diversa. Oggi la nostra intelligenza tecnica supera quella emotiva, un giorno non sarà più così».
Paolo Virzì è il suo mentore: «Mi ha telefonato prima di Venezia e, citando Arbasino, ha detto: “Finalmente sei passato di categoria, da giovane promessa a solito stronzo”. Gli ho risposto “Grazie, venerato maestro”. E lui: “No no, io sono ancora uno stronzo”».
La storia è quella di Ferro e Cate, due adolescenti che si ritrovano in una situazione più grande di loro.
Per Ferro e Cate saranno i nove mesi più burrascosi delle loro vite, anche se loro non hanno ancora capito la tempesta che sta arrivando: alla bambina ci penseranno quando nasce. E poi comunque devono preparare la maturità insieme al Patema e agli altri amici, il viaggio in Spagna e Marocco, vogliono pensare all’estate più lunga della loro vita, alla casa dove stare insieme, ai loro sogni di diciottenni.
E a non essere pronti non sono solo Ferro e Cate ma anche i loro genitori: quelli di Ferro, che prima li aiutano e poi vanno in crisi sfiorando il divorzio; quelli di Cate, più assenti e in difficoltà di lei. Tutti alle prese, loro malgrado, con un nipote e una responsabilità in arrivo con quindici anni di anticipo.
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