Le medaglie di Jesse Owens appartengono non solo alla storia delle Olimpiadi, ma alla Storia tout court, quella con la S maiuscola: l'atleta di colore, venuto da un'America piena di pregiudizi, vinse quattro ori ai Giochi di Berlino del 1936, sotto gli occhi di Hitler, che proprio in quell'occasione avrebbe voluto dimostrare la supremazia della razza ariana. A raccontarne l'impresa è il fim Race, nelle sale italiane dal 31 marzo per la regia di Stephen Hopkins.
Race è stato presentato anche a Roma nella sede del Coni dal protagonista Stephan James, che ha affermato: Owens non è solo un eroe americano di colore, è eroe mondiale. Molte persone l'hanno guardato come una fonte di ispirazione, non solo come atleta ma soprattutto come essere umano. C'è bisogno di raccontare queste icone.
Owens fu il primo atleta americano a vincere quattro medaglie d'oro in una sola Olimpiade: nei 100 metri, 200 metri, salto in lungo e la staffetta 4 x 100. Hitler uscì infuriato dallo stadio per non stringergli la mano, ma anche il presidente statunitense Roosevelt si rifiutò di riceverlo alla Casa Bianca.
Solo nel 1976 Owens fu invitato alla Casa Bianca dal Presidente Ford. James, a proposito delle discriminazioni razziali nel suo Paese, ha affermato: Nel 1936 la società americana era razzista e la situazione pesante, oggi non c'è la stessa situazione, ma ci sono ancora proteste contro determinati tipi di discriminazione, basta pensare alla cerimonia degli Oscar. La situazione non è scomparsa del tutto, per questo è importante oggi raccontare la storia di Owens.
Fonte: Askanews
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