Cambia ancora nome lo storico appuntamento con il cinema a tematica gay e lesbica di Torino. Nata e cresciuta chiamandosi Da Sodoma a Hollywood (sottotitolo, Festival internazionale di film con tematiche omosessuali) e accompagnata da un logo memorabile quanto il titolo (un disegno con Charlot che seduce e titilla Frankenstein, entrambi con il piacere scritto con sfumature diverse sui loro volti), la manifestazione ha poi abbandonato il titolo rimanendo Festival internazionale di film con tematiche omosessuali per trasformarsi quindi nel più convenzionale TGLFF (Torino Gay Lesbian Film Festival). Sempre diretto, dalla prima edizione del 1986 al 2016, da Giovanni Minerba (fino al 1992 con Ottavio Mai, scomparso quell'anno).
Quella del 2017 sarà la trentaduesima edizione e sarà una sorta di anno zero per il festival. Cambia, per la prima volta nella storia del festival, la direzione, affidata alla regista e artista visiva Irene Dionisio (nata proprio nel 1986, quando nasceva anche il festival...) e cambia buona parte dei selezionatori e dei consulenti, mentre Giovanni Minerba avrà la carica di presidente. Cambia il periodo, da quello abituale di aprile si passa al mese di giugno (dal 15 al 20 al cinema Massimo), ma dovrebbe trattarsi di un trasferimento temporaneo, dovuto al cambio di gestione avvenuto solo nei primi mesi dell'anno e ufficializzato con la conferenza stampa di lunedì 27 marzo 2017, per poi tornare alle date consuete. Cambia, un'altra volta, il nome in Lovers Film Festival, meno connotato ai generi, invece richiamati dal sottotitolo Torino LGBTQI Visions. La direzione spiega che Lovers ha "un triplice significato: amante, appassionato e sexual partner. Un nome che racconta differenti e molteplici geografie sessuali, ma anche la cura e il profondo amore per il cinema e la stessa comunità lgbtqi". Con due obiettivi: "Creare un festival dall'identità molteplice ma inclusiva attraverso un nome che faccia da cappello all'intera manifestazione e dare un forte segnale di apertura verso una dimensione internazionale". A proposito del sottotitolo, esso "riporta invece l'attenzione su Torino, sede storica del festival, e sul desiderio di essere inclusivi valorizzando tutte le differenze che i soggetti incarnano. Nello stesso tempo riconduce all'intento di creare nuovi punti di vista sulla complessa realtà contemporanea, che siano narrativi, visionari e profetici".
Quattro le sezioni competitive, con altrettanti titoli a identificarle e la parola lovers presente in ognuna di esse. Eccole: All the Lovers per il concorso internazionale lungometraggi; Real Lovers per il concorso internazionale documentari; Irregular Lovers per il concorso internazionale iconoclasta destinato a opere di ogni genere e formato con particolare attenzione all'innovazione del linguaggio narrativo e visivo (in tal senso va interpretato il termine iconoclasta); Future Lovers per il concorso internazionale cortometraggi.
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