Ci sono film che meritano di essere visti al di là della storia che raccontano, della trama che può sembrare più o meno scontata. A volte, di fronte a una pellicola, serve una sorta di atto di fede verso il regista che ha firmato l'opera. È questo è il casto di Ultimo rifugio: Antartide, film diretto da uno dei grandi maestri giapponesi della settima arte: Kinji Fukasaku. Per i cinefili più esperti questo nome non è certamente nuovo, anzi, del regista nativo del Paese del Sol Levante conosceranno magari Lotta senza codice d'onore o il più recente, ma anche molto più violento, Battle Royale, chi non ha una grande confidenza con i film e i registi asiatici potrebbe invece non conoscerlo e allora è bene ricordare il nome di un grande fan di Kinji Fukasaku che di certo è famigliare a tutti: Quentin Tarantino. Sì, proprio l'autore di alcuni grandi capolavori cinematografici come Le iene, Pulp Fiction o Bastardi senza Gloria, è un grande ammiratore del regista giapponese, un'ammirazione per nulla nascosta come dimostra il fatto che abbia dedicato il suo Kill Bill: Volume 1 proprio a a Kinji Fukasaku (morto nel gennaio del 2003, pochi mesi prima dell'uscita del film di Quentin Tarantino), come si può leggere al termine dei titoli di coda.
Ultimo Rifugio: Antartide, il cast
Tornando a Ultimo Rifugio: Antartide, va detto che non si tratta di un film esclusivamente giapponese e il grande cast internazionale, infarcito di diverse star del cinema statunitense e europeo (oltre che da attori giapponesi) ne è la dimostrazione più lampante. E a proposito del cast nel film diretto da Kinji Fukasaku troviamo attori come Glenn Ford (in una delle sue ultime apparizioni cinematografiche), Robert Vaughn, Henry Silva, Chuck Connors, Olivia Hussey, Bo Svenson, Masao Kusakari e Tsunehiko Watase.
Ultimo Rifugio: Antartide, la trama
La pellicola è del 1980 e, vista oggi, potrebbe sembrare una delle tante versioni della stessa storia già vista tante altre volte: un virus chiamato MM88 con la capacità di potenziare la virulenza di qualsiasi altro virus o batterio con cui entrata in contatto, in seguito ad un incidente aereo si propaga in tutto il mondo, in meno di sette mesi la popolazione mondiale è pressoché annientata, gli unici sopravvissuti sono 863 persone (tra scienziati e tecnici) che si trovano in Antartide: il virus, infatti, si inattiva a temperature inferiori a -10°.
I pochi superstiti rimasti dovranno così trovare il modo di salvare il genere umano (a fonte anche del fatto tra gli 863 sopravvissuti ci sono solo otto donne), fare i conti con un sottomarino russo, con l'equipaggio completamente malato, che vuole ad ogni costo attraccare in Antartide e molti altri problemi.
Ultimo rifugio: Antartide, un film simile ma allo stesso tempo diverso da quelli che avete finora visto
Se è vero, come detto, Ultimo Rifugio: Antartide vi può sembrare un film già visto, è altrettanto vero che è certamente molto interessante scoprire la visione non americana, ma in questo caso giapponese, data a questa storia. In diversi momenti il film può apparire lento e le scene d'azione non sono predominanti, anche se non manca una scena altamente spettacolare combattimento tra due sottomarini. Tra gli aspetti che più colpiscono di questo film c'è sicuramente il prologo, desolante, forte, capace di incollare allo schermo con un uomo, malconcio, che raggiunge una chiesa al cui interna c'è un crocifisso circondato da scheletri, e il finale, certamente ben diverso da quello a cui siamo abituati con le pellicole dello stesso genere ma made in USA.
In conclusione, Ultimo Rifugio: Antartide se vi piacciono i film di fantascienza, quelli ambientanti in futuri post-apocalittici, allora vi consigliamo di vedere quest'opera di Kinji Fukasaku. Saprà spiazzarvi e farvi cadere dalla comfort zone a cui siete abituati con i film simili di registi occidentali come il World War Z con protagonista Brad Pitt.
Voto: 6,5
Frase:
"Volevo che il mio nome apparisse sui libri di storia, ma avrei voluto che fosse stato per qualcosa di importante, duratura. Che cosa... che cosa potevo fare e non ho fatto che avrebbe potuto cambiare la situazione. Che cosa potevo fare?"
"Speriamo che nevichi. Ci potrebbe dare un po' di tempo"
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