È all'ombra della Mole Antonelliana e all'interno della splendia cornice cinematografica del 33esimo Torino Film Festival che conosciamo più da vicino Valerio Mastandrea, la nemesi dei manager incompetenti che rischiano di far finire sul lastrico grandi aziende e di lasciare a casa centinaia di dipendenti e protagonista del nuovo film di Gianni Zanasi, La felicità è un sistema complesso.
Un personaggio davvero particolare quello che Mastandrea è chiamato a interpretare sul grande schermo, uno che ha fatto del "tagliar la testa" un vero e proprio mestiere. Per riscire a cacciare un dirigente incompetente prima il protagonista lo frequenta, ne diventa amico e alla fine lo convince ad andarsene. Tutto fila per il verso liscio fino a quando non si trova di fronte a due fratelli di 18 e 13 anni, che rimangono orfani di un'importante coppia di imprenditori. Dovrebbe essere il caso più facile, ma non sarà proprio così...
Proprio Mastrandea ci racconta del suo personaggio: è uno che vuole cambiare il mondo e lo fa con grande spinta politica e ideologica, poi in realtà scopriamo che è come se mentisse a se stesso, perché sa che il mondo non lo può cambiare. Quello a cui ambisce lui è davvero troppo, capisce allora che basta cambiare se stessi per andare avanti e farsi più forti.
Un commento a 360°, che riguarda anche il regista di La felicità è un sistema complesso, Gianni Zanasi: È uno che soffre la propria creatività così tanto che poi quando esplode qualcosa di meraviglioso e molto anomalo viene fuori, è speciale, Gianni, nei suoi film.
Se non siete stati così fortunati da vedere La felicità è un sistema complesso nella città sabauda in occasione del 33esimo Torino Film Festival, allora non potete perdervelo al cinema dal prossimo 26 novembre.
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