Questa volta, sembra proprio che Gigi Roccati ce l’abbia fatta. La sua ultima fatica cinematografica, Babylon Sisters, ha riscosso un grande successo a Trieste, sua città natale. Ora, bisognerà vedere quale riscontro ci sarà con il grande pubblico. Babylon Sisters è una commedia musicale, un genere che si discosta di molto dai suoi lavori precedenti, per la maggior parte documentari. Tutti però sono accomunati dallo stesso elemento: la tolleranza e la celebrazione della multiculturalità.
Gli inizi di Gigi Roccati
Gigi Roccati è ancora molto giovane, ma ha alle spalle un buon bagaglio di esperienze, sia televisive che cinematografiche. Diplomato alla London Film School, il giovane ragazzo vince un master a Los Angeles, dove impara tutti i segreti del mestiere. Alcuni suoi cortometraggi, realizzati in quel periodo, riescono anche ad arrivare al Festival di Venezia, ricevendo buone impressioni, sia da parte della critica che dal pubblico, appassionato di corti. Tornato in Italia, Roccati si cimenta i numerosi documentari e collabora con programmi televisivi come Sfide e La Storia siamo Noi, di cui cura tutte le clip.
Il viaggio intorno al mondo
Per i suoi documentari, invece, Gigi, viaggia tutto il mondo, e nel 2008, rientrato in Italia, realizza La classe operaia va all’Inferno, seguito, nel 2009 da La strada per Kabul. Babylon Sisters è il suo primo film di fiction. Un esordio cinematografico non comune, che da documentarista lo ha trasformato in un appassionato di commedie musicali. Ma Babylon Sisters non è un film leggero: i contenuti che esso veicola, nonostante siano trattati con spensieratezza e danze varie, sono molto legati alle sue produzioni passate, portatrici di importanti messaggi di tolleranza.
Il lavoro di Roccati è tutto impegnato nel dare voce a chi spesso non ce l’ha. Per questo ha dedicato un documentario agli operai morti a alla Thyssen Krupp e ora, con Babylon Sisters, agli abitanti delle periferie triestine.
Fonte foto copertina: facebook.com/gigi.roccati
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