“Lolita” è stato dapprima un romanzo, in seguito un film e è diventato un modo per indicare un certo tipo di donna nel genere cinematografico. Per “lolite” s’intendono quelle donne belle, ammiccanti, ma soprattutto precoci che hanno riempito il grande schermo e la storia del cinema di questo ne è ricca.
Kubric (“Arancia Meccanica”, “2001: Odissea nello spazio”) diede il via a questo grande fenomeno, trasportando al cinema dall’omonimo romanzo la prima versione di “Lolita” e scritturò come attrice protagonista la tredicenne Sue Lyon che conobbe, grazie a questo film, fama in tutto il mondo.
Trent’anni dopo, Alan Ball scrisse e Sam Mendes diresse “American Beauty”, un film che ottenne ben cinque premi Oscar e che vide come attrice protagonista la giovane e peccaminosa Mena Suvari; l’attrice, sin dall’immagine promozionale che la rappresenta nuda ricoperta di soli petali rossi, rende chiara la sua posizione all’interno del film.
Un’immagine più cruda di Lolita si ha nel film “Taxi Driver” di Martin Scorsese, in cui spicca la figura della prostituta bambina Iris, interpretata da Jodi Foster.
Sempre prodotto USA, per la regia di Louis Malle arriva “Pretty Baby” in cui la protagonista dodicenne Brooke Shields interpreta una bambina che ingenuamente gioca a fare la donna.
Nel panorama italiano, nello stesso periodo, Damiano Damiani produce “La moglie più bella”, decretando il debutto di una giovane Ornella Muti che all’epoca aveva soltanto quattordici anni.
Nonostante sia stata vista in tanti ruoli differenti, Natalie Portman ha debuttato al cinema nel 1994 con “Leon” di Luc Besson, in cui interpretava una tredicenne innamorata del serial killer italoamericano.
Nata come modella, ma poi trasformatasi in attrice è Liv Tyler (il volto della bellissima donna elfo nella trilogia de “Il signore degli anelli”) che nel 1996 fu scritturata da Bernardo Bertolucci per interpretare la protagonista di “Io ballo da sola”, una giovane Lucy Harmon in vacanza studio tra le colline toscane che riscopre le bellezze dell’adolescenza.
Nel 1991 la giovanissima Jane March è la protagonista di “L’amante” che, nonostante l’età precoce, s’innamora di un facoltoso trentenne divenendone l’oggetto erotico.
Divenute rappresentanti della generazione 2000, le gemelle Olsen e Lindsay Lohan hanno debuttato da giovanissime sul grande e piccolo schermo, producendo pellicole fresche e giovanili che ben presto le hanno trasformate in veri e propri punti di riferimento. In particolare la Lohan, nonostante i vari scandali nel corso degli anni, ha prodotto tantissime pellicole – nonostante sia stata lanciata dalla Disney – che le hanno concesso quel fascino da “lolita”, come accade in “Mean Girls”.
Un’altra lolita italiana infine può essere Martina Stella, che nel 2001 fu scritturata per la prima volta da Gabrielle Muccino per “L’ultimo bacio”, in cui interpreta una dolce tentazione per il protagonista trentenne che soffre della sindrome di Peter Pan.
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