Tutti conosciamo Gabriele D’annunzio, poeta, scrittore, giornalista e politico italiano nato a Pescara nel 1863, fu una delle più grandi personalità di inizio ‘900 nonché grande scrittore che lasciò all’Italia tantissimi romanzi. Tra questi alcuni furono ripresi dai registi per farne dei film. Uno dei più famosi è “L’innocente” del 1976 ultimo film diretto da Luchino Visconti prima della sua morte e tratto dall’omonimo romanzo di D’Annunzio. Tullio (Giancarlo Giannini) sposato con Giuliana (Laura Antonelli) ha una relazione con un’altra donna e trascura sua moglie ma si accorge dell’errore solo quando anche lei lo tradisce e rimane incinta di uno scrittore. Tullio cerca di convincerla ad abortire e a ricominciare la loro vita insieme ma lei porta avanti la gravidanza nonostante il suo amante muoia, allora non potendo sopportare la presenza di quel bambino lo uccide e quando Giuliana lo lascia si suicida. Un altro film è “Il delitto di Giovanni Episcopo” diretto da Alberto Lattuada nel 1947. Episcopo (Aldo Fabrizi) è un impiegato che vive una vita serena e abita in una casa con una famiglia che lo ospita. La sua vita cambia quando una sera esce con gli amici e incontra Giulio Wanzer (Roldano Lupi) che lo convince a trasferirsi in un’altra pensione. Qui lavora Ginevra (Yvonne Sanson) e Episcopo se ne innamora, lei però è innamorata di Wanzer e allo stesso tempo se la intende anche con altri uomini tra cui Doberti (Alberto Sordi). Le cose per Wanzer non vanno bene ed è costretto a scappare in Argentina, Episcopo così si sposa con Ginevra che però è infedele e infatti rimane incinta di Doberti. Nonostante questo Episcopo decide di crescere il bambino fin quando però Wanzer ritorna e Ginevra vuole scappare con lui. A questo punto Episcopo non ci vede più dalla rabbia e lo uccide. “Il piacere” è un film del 1918 diretto da Amleto Palermi. Ambientato a Roma nel 1886, racconta l’evoluzione della storia d’amore di Andrea Spinelli (Enrico Roma) e Elena Muti (Vittoria Lepanto) fin quando vengono scoperti dal marito di lei. Alla fine Andrea, battuto a duello dal marito di Elena si trasferisce da sua cugina dove incontra un’altra donna e si dimentica di Elena. In “Cent’anni d’amore” del 1954 diretto da Lionello De Felice un’ episodio dei 6 del film, Pendolin, è tratto da un romanzo di D’Annunzio. Il Duca Del Bagno, interpretato da Vittorio De Sica e Muriella (Nadia Gray) hanno una relazione clandestina. Durante un loro incontro la donna perde un biglietto e a trovarlo è Predolin (Carlo Campanini) un ex sergente dell’esercito che si mette alla ricerca della donna per ridarle il biglietto rischiando di far scoprire il tradimento al marito di Muriella. Nel 1921 Gabriellino D'Annunzio, figlio di Gabriele diresse insieme a Mario Roncoroni “La nave” tratto da un romanzo del padre. In una città della Padania arriva Basiliola (Ida Rubinstein) figlia di un tribuno pagano destituito che per vendicare il padre e i fratelli morti porta due fratelli Sergio (Ciro Galvani) e Marco (Alfredo Boccolini) a battersi per lei e Marco uccide Sergio ma capito l’inganno uccide anche Basiliola. Anche negli USA sono espatriati gli scritti di D’Annunzio infatti dalla tragedia teatrale “ La Gioconda” nel 1915 fu ideato “The Devil's Daughter” diretto da Frank Powell, un film muto che racconta di Gioconda interpretata da Theda Bara che abbandonata dall’amante si vendica su uno scultore a cui fa da modella facendole dimenticare la moglie e i figli. Altro film è “Cabiria” diretto da Giovanni Pastrone nel 1914, considerato il più grande film muto italiano. La storia è stata scritta da Pastrone ma D’Annunzio ha collaborato alla sceneggiatura. Ambientato nell’epoca romana, Cabiria (Lidia Quaranta) è una bambina che prima viene rapita dalla schiava di suo padre e poi venduta per essere offerta in sacrificio al Dio Moloch ma dopo tante peripezie verrà salvata da un patrizio e dal suo schiavo Maciste, interpretato da Bartolomeo Pagano. A proposito di Cabiria, è del 1915 un altro film muto “Maciste” diretto da Luigi Romano Borgnetto e interpretato da Clementina Gay che ossessionata da un suo zio che vuole mettere le mani sul suo patrimonio decide di chiedere aiuto proprio all’attore Bartolomeo Pagano dopo che ha visto Cabiria al cinema. Infine ricordiamo il film per la tv “La figlia di Iorio” del 1974 di Silverio Blasi tratto da una tragedia teatrale di D’Annunzio, in cui una prostituta (Edmonda Aldini) si innamora per la prima volta di un ragazzo (Giuseppe Pambieri) che ucciderà suo padre quando cercherà di violentarla.
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