La vendetta è un piatto che va servito freddo, si dice così, ed è una frase che è diventata quasi un luogo comune. In realtà un antico proverbio Klingon ed è citata a guida di uno dei capitoli di Kill Bill vol. 1 di Tarantino. Nell’Antica Grecia, la catarsi che si operava nel vedere un’opera teatrale era quasi esclusivamente per esorcizzare un desiderio di vendetta personale e infatti le opere erano quasi tutte incentrate su questo tema (la vendetta di Elettra contro la madre patricida, quella di Medea contro il marito infedele, ecc). La verità è che la vendetta è, di fatto, uno dei motori principali dell’azione umana, assieme all’amore e alla gelosia.
Amleto, corrispettivo maschile shakespeariano di Elettra, impazzisce appena scopre che suo padre è morto assassinato dallo zio, ma non uccide immediatamente quest’ultimo. Al contrario, consuma la sua vendetta lentamente: “Ora posso agire in modo conveniente, ora ch’è assorto nella preghiera: ed ora lo farò, e così se ne va al cielo, ed io son vendicato. Ma tutto questo deve pur considerarsi: una canaglia uccide mio padre e, per questa ragione, io, ch’ero il suo unico figliuolo, mando quella stessa canaglia in cielo. Questa è mercede, è salario: non è vendetta.”
Ma, teatro a parte, la vendetta è un tema assai caro anche alla letteratura, ed ovviamente al cinema; lunghissima è la lista di film che seguono questa tematica, e che vengono chiamati –appunto- “revenge movies”, ovvero tutti quei film in cui il protagonista, dopo aver subito torti di ogni genere, elabora una rivalsa nei confronti degli artefici delle violenze subite. Questo tema è molto usato nei thriller o negli action movie, ma anche spesso nei generi drammatico ed orror; è anche il tema guida di moltissimi western (basti pensare a C’era una volta il West!).
Immortali sono, su grande schermo, vendicatori come Il Corvo, o Il Gladiatore, o grandi e contorte storie di vendetta (anzi, di vendette incrociate) come Old Boy. Pietre miliari del cinema sono diventati film come V per Vendetta (che dedica un nome e un simbolo a questo tema).
In Francia, l’eroe della vendetta per eccellenza è il Conte di Montecristo, personaggio nato dalla mente e dalla penna di Alexandre Dumas, che viene arrestato con un inganno e costretto a trascorrere tutta la vita in una prigione… o, almeno, questo è il piano dei suoi nemici; perché da quella prigione Montecristo evade e, creatosi una nuova identità, si vendica, ad uno ad uno, di tutti coloro che hanno contribuito al tradimento. La serie americana Revenge ha preso spunto da questo celebre romanzo per trasformare il Conte in una “contessa” dei nostri tempi, una ricca fanciulla con un tragico passato che si ricrea la nuova identità di ereditiera, tanto seducente quanto pericolosa per i suoi nemici. Comunque, nel 2002, la storia di Montecristo diventa film: The Count of Montecristo, per la regia di Kevin Reynolds… Ebbene sì: un regista americano, per una produzione anglo-irlandese, per un testo francese.
Così è per Les Dangerous Liaisons, le Relazioni Pericolose, tratto dal romanzo del francese De Laclos, il cui film, che tratta gli intrighi e le vendette della Marchesa de Merteuil e del Visconte di Valmont, è diretto dall’inglese Stephen Frears, per una produzione anglo-americana.
Insomma, la Francia sembra essere la culla della vendetta, ma non la sua interprete cinematografica, alla fin fine. Sarà che il Popolo degli U.K. ce l’ha nel sangue, e non soltanto per Shakespeare, ma perché l’intera storia delle monarchie britanniche trasuda sangue e vendetta. Tuttavia, ci sono alcuni “revenge movies” francesi degni di nota. Ne abbiamo selezionati dieci per voi.
La haine – L’odio (1995): il film racconta le vicende di tre ragazzi, Vinz (ebreo), Hubert (nero) e Said (magrebino), della banlieue di Parigi; il film, censurato per la sua brutalità e per l’immagine negativa della polizia, racconta il giorno e la notte successiva agli scontri che vengono mostrati all’inizio: Vinz trova una pistola persa da un agente di polizia ed è deciso a vendicarsi.
99 Francs (2007): è la storia di Octave Parango, pubblicitario che vive gli stravizi di una vita ricca piena di droga e di sesso; dopo una delusione, organizza la sua vendetta contro quella stessa vita e il business della pubblicità.
La sposa in nero (1967): diretto da Truffaut, racconta la vendetta di una giovane e avvenente donna, Julie, che cerca vendetta per il marito morto, uccidendo ad uno ad uno i 4 responsabili. L’ultimo è in prigione e lei, per raggiungerlo, si costituisce.
Leon (1994): diretto da Luc Besson, è la storia di un killer e della sua amicizia con la piccola Mathilda; i due si vendicheranno assieme dei torti da lei subiti dai sicari della DEA.
Taken 3 (2015): diretto da Olivier Megaton, racconta la vicenda dell’ex agente operativo Bryan Mills, ingiustamente accusato dell’omicidio della propria ex moglie; deve trovare gli assassini per riabilitare il proprio nome e, al contempo, proteggere sua figlia Kim.
Fuk sau – Vendicami (2009): diretto da Johnnie To, racconta dello chef francese Francois Costello che cerca di ottenere vendetta in seguito all’uccisione del genero, dei nipoti e della figlia. Purtroppo nessuno sa chi siano gli assassini né il mandante.
Il nastro bianco (2009): diretto da Michael Haneke, è ambientato nel nord della Germania protestante, tra il 1913 e il 1914. In un piccolo villaggio accadono fatti strani, che turbano la tranquilla vita degli abitanti.
Kidnapping – Pericolo in agguato/ Man on Fire (1987), distribuito col titolo Un uomo sotto tiro: narra la vicenda di Creasy, reduce del Vietnam, guardia del corpo della 12enne Sam. Un giorno Sam viene rapita, e lui brutalmente ferito: riabilitatosi, dà inizio ad una vendetta personale per liberare la ragazza e risanare il suo onore.
L’armée du crime (2009): diretto da Robert Guèdiguian, è basato sugli eventi dell’affiche rouge e di un gruppo della resistenza parigina sterminato dalla Gestapo.
Colombiana (2011): diretto da Olivier Megaton, racconta la storia di Cataleya, killer con grandi capacità di combattimento, determinata a vendicare la propria famiglia.
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