William Hurt è uno degli attori più rappresentativi della scena cinematografica internazionale, caratterizzato da un elegante piglio recitativo che gli è valso numerosi riconoscimenti, culminati nel 1986 con un premio Oscar.
Negli anni Ottanta William Hurt interpreta i suoi ruoli migliori, nel volgere di un decennio l’attore statunitense riesce a confezionare personaggi che hanno lasciato un’importante traccia nella storia del cinema moderno. Il regista Lawrence Kasdan sembra aver trovato un’alchimia che permette a William Hurt di dare il meglio nei suoi film, come ad esempio Brivido caldo (1981) con il ruolo del torbido avvocato Ned Racine, Il grande freddo (1983) in cui è lo psicologo Nick, segnato dalla droga e dall’esperienza in Vietnam, e in Turista per caso (1988) interpretando lo scrittore Macon Leary; l’atteso riconoscimento arriva tuttavia con Il bacio della donna ragno (1985), diretto da Hector Babenco, in cui interpreta l’enigmatico, visionario, ammaliante Luis Molina, un detenuto omosessuale condannato per aver avuto rapporti sessuali con un minorenne, film che gli fa ottenere il prestigioso Oscar come miglior attore protagonista.
Oltre all’esperienza con il regista Kasdan, William Hurt continua a costellare gli anni Ottanta, e poi i Novanta, di gemme recitative, già con il gelido ispettore Renko in Gorky Park (1983), ma soprattutto grazie al ruolo di James Leeds, in Figli di un dio minore (1986), che disegna un ritratto profondo, credibile e delicato di una realtà finora temuta e nascosta, portata alla conoscenza del grande pubblico. In Dentro la notizia (1987), lucido intreccio di vite all’interno di una redazione giornalistica, William Hurt è Tom Grunick; qualche anno dopo l’attore è scelto dal grande regista Wim Wenders per interpretare un enigmatico autostoppista, in uno dei suoi film più noti, Fino alla fine del mondo (1991). Smoke (1995), grazie anche all’intensa interpretazione di William Hurt del protagonista Paul Benjamin, riceve l’Orso d’argento al Festival di Berlino. Altro ruolo importante per l’attore statunitense è stato quello di Edward Rochester in Jane Eyre di Franco Zeffirelli, del 1997, fedele ed importante trasposizione del romanzo di Charlotte Brontë.
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