Questo movimento è nato negli Stati Uniti d’America verso la fine degli anni ’60. Nel corso degli anni ha assunto una maggiore importanza, diventando un punto saliente della cultura contemporanea. È bene ricordare che il rap consiste in pratica nel “parlare” tenendo presente un certo ritmo. Questa particolare tecnica è tenuta da un MC (freestyler), mentre il DJ (turntablist, beatmaking, scratching) accompagna l'MC.
Nel cinema il rap ha avuto il suo giusto spazio; vediamo, ora, in breve dei film da vedere sul rap:
L’odio: si tratta indubbiamente della pellicola con gli elementi hip hop meglio evidenziati. Il lungometraggio ha una delle scene migliori sull’hip hop. È una scena in cui Cut killer è alla finestra mentre Kassovitz è alle prese con la macchina da presa. Da qui si deduce che praticamente l’hip hop è una speciale fuga dalla realtà.
Slam: interessante pellicola sul rap. Il mondo del cinema si è cibato di questo movimento, ampliando l’orizzonte della finzione (affondando le radici nella cultura afroamericana).
House party: pellicola delicata e molto bella da vedere. In un freestyle mostra delle persone che dialogano vivacemente (in pratica se ne dicono di tutti colori), anche su delle cose personali. Poi verso la fine del racconto si abbracciano affettuosamente, forse in segno di pace.
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