Simpatica commedia sui rapporti familiari e i valori da trasmettere ai figli, il film “Belli di Papà” vuole trasmettere che nella vita si deve lavorare sodo per riuscire a ottenere ciò che si vuole. Ecco perché il regista ambienta la commedia a Milano, città in cui un ricco imprenditore finge che la sua azienda sia in banca rotta, costringendo la sua famiglia ad una rocambolesca fuga.
In questo modo egli spera che i suoi 3 figli si rimbocchino finalmente le maniche, iniziando a lavorare per aiutarsi ad andare avanti. Nel film ci sono molte situazioni divertenti, cominciando
proprio con l'inizio della storia, in cui Vincenzo (Diego Abatantuono) si sveglia per prepararsi per andare a lavoro e si fa preparare i vestiti dalla domestica. Quest'ultima, nello stesso momento, gli annuncia che il fidanzato della figlia ha chiamato a casa. L'imprenditore, scocciato, la rimprovera, dicendole di chiamare quell'uomo col soprannome da lui scelto, ovvero il “Coglione” e la obbliga a ripeterlo a voce alta.
Un altra scena che merita di essere vista è quella in cui un amico di Vincenzo, Giovanni, discute con lui gli estratti conto dei figli. L'imprenditore si renderà conto che il figlio Matteo (Andrea Pisani) ha speso 14.500 euro in una sola sera per il ristorante, mentre la figlia Chiara (Matilde Gioili) 14.000 euro di estetista, per questo lui esclama “Ma è pelosissima!”. Poi, a seguito dell'agitazione causata dalla preoccupazione per i figli, Abatantuono sarà portato in ospedale. La sua prole accorre immediatamente a vedere come sta, e lui dice di aver avuto un grave infarto. Ma essi sembrano più interessati a sapere chi guiderà in futuro la sua azienda, essendo il leader in pericolo di vita. Per rendere tutto più comico, il primogenito Matteo gli farà l'ennesima assurda proposta per guadagnare tanto denaro: compare l'Inter. In quel momento il cuore di suo padre comincia ad avere un attacco di tachicardia.
Quando attua il suo piano, Vincenzo fa circondare la sua casa da finti agenti di polizia, scappando insieme ai figli con una vecchia fiat panda molto lenta. Costretti insieme in uno spazio piccolissimo, i 3 figli chiedono al padre spiegazioni. Lui annuncia loro la situazione di bancarotta fraudolenta fatta dall'azienda e la loro nuova condizione di latitanti. Chiara e Matteo cominciano a preoccuparsi delle cose più inutili e in quel mentre, il più giovane dei figli, Andrea (Francesco Di Raimondo) cerca di sdrammatizzare la situazione con una citazione filosofica, che demoralizza ancora di più tutti i familiari: "La latitanza è una condizione umana ce va al di là della fuga, appartiene ad ognuno di noi, no?".
Infine, merita un riconoscimento la parte in cui Matteo, cercando lavoro in Puglia, viene assunto per un impresa di raccolta dei rifiuti. Il suo capo gli specifica che per il primo giorno guadagnerà la metà del compenso, perché si è presentato in ritardo, invece per le volte seguenti potrebbe ricevere degli extra se si comporta bene. In quel momento il giovane esordisce così: "Le dico da subito che la tecnica del bastone e la carota con me non funziona molto". Il capo allora scoppia in una risata fragorosa, ribattendo: "No qui noi usiamo più la tecnica del bastone e bastone".
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