Ritorna Gianni Zanasi con una storia di dolori privati che trovano legittimazione in un sistema di aiuto reciproco. Lo fa con il personaggio di Enrico Giusti (Valerio Mastandrea) che svolge uno strano lavoro: costringe empaticamente imprenditori con problemi di vita ad alienare le loro aziende in modo da ristrutturarle con il vantaggio di pochi. Enrico incontra casualmente una ragazza israeliana Avinoam (Hadas Yaron) che è in crisi con il ragazzo, che è il fratello del Giusti. Trovandosi poi implicato nella forzata ristrutturazione della Lievi conosce Camilla Martini e Filippo De Carli i giovani titolari dell’azienda che hanno ereditato dopo la morte drammatica dei genitori. Mentre continua nel suo lavoro di facilitatore accade che la ragazza israeliana s’inserisca e rimetta le cose a posto. Enrico ha modo quindi di fare chiarezza con sé stesso e con la memoria di suo padre – imprenditori disonesto – e di ricominciare una nuova vita su basi non false. La fotografia sembra essere un omaggio al migliore Sorrentino. Le musiche sono molto belle. Mastandrea da Coppa Volpi.
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