George Sidney ha avuto il merito di lanciare un’attrice come Angela Lansbury divenuta poi conosciuta in tutto il mondo per “La Signora in Giallo”. Ne “I tre moschettieri” (1948), l’attrice britannica veste i panni di Anna d’Austria, sposa di Luigi XIII di Francia che commissiona a D’Artagnan e compari la missione segreta di recuperare i diamanti rubati. Dumas dipinge Luigi XIII come un sovrano immaturo nelle mani del Cardinale Richelieu che perpetua il suo piano di minare l’ordine monarchico. Il Re regalò i gioielli sottratti alla moglie e qualora scoprisse il furto, la stessa monarchia sarebbe a rischio cosi come gli equilibri internazionali. È dunque la regina a prendere di petto la situazione e a ridare dignità al corpo dei Moschettieri con una missione di rilevanza straordinaria. Il ruolo politico rivestito da Anna d’Austria viene spesso sottovalutato dai vari adattamenti cinematografici. Tuttavia, un elemento rivoluzionario del romanzo è che i personaggi che gestiscono il potere e prendono le decisioni nella stanza dei bottoni sono due donne: la regina e Milady. Mentre ai personaggi maschili tocca il ruolo di inaffidabili fantocci o, alla meglio, di esecutori delle strategie imposte, di duellanti, di uomini di ventura.
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