Classe 1962, Samuel Maoz è un regista israeliano, nonché ex militare. Da sempre ha avuto la passione per il cinema, che però ha dovuto aspettare per essere coltivata: il regista infatti aveva 20 anni quando, nel 1982, Israele invase il Libano, e quindi era in piena fascia d'età per essere reclutato. Il suo ruolo in guerra fu quello di artigliere in uno dei primi carro armati che avanzarono verso il Libano. La campagna doveva durare poche settimane, ma durò molti anni. Quest'esperienza segnò profondamente il giovane Samuel, che nei 45 giorni di servizio assistette agli orrori indicibili della guerra. I suoi ricordi al riguardo sono pieni di esplosioni, morti e disperazione: molti soldati erano arrivati a esultare per ferite relativamente leggere che li avrebbero fatti tornare a casa, e chi non aveva questa “fortuna” alle volte provava a mutilarsi da sé per sfuggire al conflitto. Una volta tornato a casa, Samuel era traumatizzato. Non fu facile superare la tipica fase del reduce di guerra: ci provò con il tentativo di girare un film a tema, ma i ricordi erano ancora troppo vividi e dovette lasciare il progetto. Nel 2006 però riscoppiò il conflitto. A questo punto l'ex soldato sentì la responsabilità di raccontare la sua storia per sensibilizzare e mostrare alla gente gli orrori della guerra. Dopo 3 anni di lavori, esce “Lebanon”, basato interamente sulla sua esperienza di guerra. Il film riceve un'ottima risposta dalla critica, vincendo anche il Leone d'Oro alla 66esima edizione del Festival del cinema di Venezia. Nel frattempo continua la sua carriera nel cinema: nel 2013 esce la commedia “Manybuy”, mentre nel 2013 è uno dei registi invitati, in occasione della 70esima edizione del Festival del cinema di Venezia, a girare un film breve per il progetto "Venezia 70: Future reloaded".
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