Natalie Portman interpreta il ruolo di Nina, una giovane étoile che vive con la madre Erica (Barbara Hershey), ballerina a sua volta, ma di gran lunga meno talentuosa della figlia della quale appare a tratti invidiosa; per questo la costringe a vivere reclusa nella propria stanza, arredata come se avesse ancora dodici anni.
Per raggiungere una performance del genere l’attrice si è dovuta sottoporre a lunghi allenamenti di danza classica, insieme all’insegnante Georgina Parkinson, accanto alla collega Mila Kunis (nel film Lily) proprio perché voleva essere proprio lei, in carne ed ossa, a ballare nella maggior parte delle scene (infatti le accuse sul suo conto di aver assunto una controfigura sono del tutto infondate, dal momento che la Portman ha danzato sulle punte per l’80% del film). La parte più difficile di questo ruolo è stata riscontrata sul versante psicologico, dovendo trasmettere lo squilibrio mentale di Nina, costretta, da una parte, dalla madre in un’eterna infanzia e, dall’altra, attratta fisicamente in parte dal direttore artistico Thomas Leroy (Vincent Cassel) e in parte dalla amica Lily. Un personaggio dalle mille sfaccettature che spaziano dall’autolesionismo, alla allucinazione all’amore e odio per il proprio corpo, la danza e, in ultima analisi per la propria vita.
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