Otto anni, biondo: Kingsley Conan Doyle è il secondogenito di Arthur Conan Doyle, nella serie Houdini e Doyle. Compita e silenziosa, l’interpretazione di Noah Jupe è quella di un bambino introverso che sogna di fare lo scrittore come il padre, e che riversa il suo dolore, dovuto all’assenza della madre ammalata, scrivendo racconti su cavalieri che uccidono draghi. Il personaggio viene messo in luce soprattutto nel quarto episodio, in cui il bambino si mostra impaurito dalla misteriosa storia sulla quale stanno indagando il padre e Houdini. Il ruolo di Kingsley è, all’interno della storia, forse quello più emotivo, capace di conferire alla tetra trama degli episodi momenti di sensibilità e di immedesimazione quasi materna. L’interpretazione del piccolo personaggio sembra dare allo spettatore la possibilità di effettuare un confronto perenne con il ruolo del padre, al quale risulta legato da una forte e comune forma di curiosità, offrendo quindi validi spunti di riflessione e di analisi. In questo, come in qualsiasi altro caso cinematografico, bisogna saper credere nei personaggi, anche in quelli di piccola taglia come Kingsley. Bisogna saper crescere insieme a loro e alla loro storia. E chissà, supportato dal nostro aiuto, forse il piccolo Doyle diventerà davvero uno scrittore.
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