Il cinema d’avanguardia tedesco fu un movimento nato negli anni Venti, nel quadro europeo dei movimenti d’avanguardia. Per la Germania, questa epoca del dopoguerra corrispondeva a povertà e depressione economica e il cinema d’avanguardia rappresentava una forma di evasione nella dimensione del sogno o, molto più spesso, dell’incubo.
La particolarità dell’avanguardia tedesca in campo cinematografico è quella di svilupparsi sulla singola inquadratura, intesa come un vero quadro che è chiuso su se stesso sino a diventare quasi angosciante. Inoltre, quale strumento di studio per i paesaggi e l’ambiente, viene approfondito, proprio in questo contesto, il movimento della cinepresa, del quale si era fatto sino a quel momento un uso estremamente limitato.
Uno dei movimenti essenziali di questo periodo fu quello del cinema astratto, trasversale all’Europa ma nato in seno alla Germania. Il ritmo visivo del cinema astratto, idealmente, non deve comprendere immagini, bensì solo linee e forme geometriche, che dovrebbero incarnare un cinema “puro”. Molte pellicole erano giochi geometrici completamente astratti, confusi però in un mix di cinema, pittura e musica. Questo susseguirsi di figure geometriche senza una narrazione di fondò si rivelò, dopo la novità dei primi film, terribilmente ripetitivo.
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