Uno dei temi più indagati dal cinema americano impegnato è la politica. Tra scandali sessuali, pentole scoperchiate e scheletri nell’armadio di governatori, candidati e presidenti, sul grande schermo abbiamo seguito appassionanti vicende ambientate nei pressi della Casa Bianca. E in questi giorni ancora caldi della recente campagna elettorale statunitense, possiamo riviverne i tanti colpi di scena in un film già di culto come “Le idi di marzo”, diretto e interpretato dalla star George Clooney. Al centro della storia ci sono intrighi di potere durante la campagna elettorale del democratico Mike Morris (Clooney), gestita senza esclusione di colpi in competizione con l’avversario repubblicano. Ryan Gosling è il rampante addetto stampa di Morris e si troverà al centro di uno scandalo a sfondo sessuale con Molly (Evan Rachel Woods), che ricorda molto il caso Lewinski. Ecco cinque motivi per vedere il film:
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Il film di Clooney, strutturato come un drama-thriller, è la scelta ideale per gli appassionati di politica Usa e per tutti coloro che hanno seguito come una fiction gli sviluppi del caso Wikileaks – che in “Le idi di marzo” è ampiamente citato – oltre che per chi è attratto dal frenetico ambiente giornalistico americano.
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La pellicola, tratta dalla piece teatrale di Beau Willimon e quarta regia firmata da Clooney, ha racimolato una sporta di premi della critica, ed è da vedere anche per il cast stellare: oltre Clooney e Gosling, sono da applauso i bravissimi Paul Giamatti e Philip Seymour Hoffman, che oggi non c’è più.
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Appena conclusa la sfida tra Hillary Clinton e Donald Trump, questo film instilla il dubbio che in politica nessuno sia immacolato: Clooney ci ricorda che la morale non esiste, il tradimento e l’interesse siano sempre in agguato.
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E' stato nominato come miglior sceneggiatura non originale agli Oscar nel 2012 e ha ricevuto numerose nomination ai Golden Globe e ai Bafta.
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Ha partecipato alla 68° mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, aprendo la mostra come anteprima mondiale.
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