E’ proprio vero non sempre le sceneggiature di un film sono facili da intuire. E così è possibile stilare una classifica con le 10 sceneggiature più contorte di sempre: naturalmente si tratta di una graduatoria che può subire trasformazioni a seconda dei vari punti di vista.
Al primo posto troviamo “The Cube” di Vincenzo Nibali con delle persone che si trovano chiuse in un cubo che si trovano vicino altri e qui si scatena l’effetto macrocosmo. A seguire in seconda posizione “Memento” di Christopher Nolan: il protagonista, che ha avuto un incidente, dimentica ogni dieci minuti ciò che è successo nei dieci minuti precedenti. Il podio è poi completato da “Essere John Malkovich” di Charlie Kaufman che apre una porta nella testa del protagonista che fa scatenare il putiferio.
Dal quarto posto fino al decimo tra le sceneggiature più contorte di sempre invece troviamo: “Il pasto nudo” di David Cronenberg in cui si alternano visioni oniriche e allucinazioni; “Tetsuo” di Shin’ya Tsukamoto con un auto-festicista che inserendosi pezzi di metallo nel corpo si ritrova trasformato in un uomo-macchina; “Gummo” di Harmony Korine con i ragazzini che rincorrono e uccidono i gatti per rivenderli al macellaio in una cittadina dell’Ohio spazzata via da un tornado; “La città perduta” di Marc Caro e Jean-Pierre Jeunet con un essere, creato da uno scienziato, che è super intelligente ma incapace di sognare; “Pi greco – Il teorema del delirio” di Darren Aronofsky che racconta di un genio della matematica convinto assertore che attraverso i numeri si possa dare una spiegazione all’esistenza umana; “2001 – Odissea nello spazio” di Stanley Kubrik con numerosi riferimenti filosofici che rendono davvero poco comprensibile il fim; “Donnie Darko” di Richard Kelly con l’attesa per un Salvatore che possa redimere il mondo dalle proprie colpe;
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