“Io, Arlecchino” è un film di Giorgio Pasotti e Matteo Bini che insieme inaugurano il loro esordio alla regia con questo lungometraggio di cui Pasotti è anche interprete. La storia indaga il rapporto fra un padre (Giovanni), attore di teatro, e suo figlio Paolo, conduttore televisivo. Il film comincia con una telefonata: Giovanni è ricoverato in ospedale ed è in fin di vita. Proprio da quella telefonata comincerà il lungo viaggio di Paolo dentro e fuori le mura della psiche; c'è il ritorno a casa, nei luoghi dell’infanzia, nel piccolo paesino di montagna in cui si è da tempo andato a rifugiare il vecchio padre, quel padre che ha per lui un’unica preziosa richiesta: riportare sul palco Arlecchino, il suo personaggio più amato. Il viaggio di Paolo è un moto avvicinamento al padre, è un entrare in punta di piedi nel mondo del genitore e scoprirne i valori, le qualità, anche le scelte così lontane, così diverse dalle sue. Il mondo intimo e di nicchia del teatro in cui vive Giovanni si contrappone al mondo rumoroso e caotico della televisione in cui lavora Paolo. Arlecchino è forse il punto di incontro fra i due. Un personaggio che dà voce e spazio alla relazione fra due generazioni, fra passato e futuro, fra padre e figlio.
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