Eva Green è una di quelle attrici che ha lottato per evitare che la natura seduttiva del suo sguardo e dei gesti non diventasse l’elemento dominante della sua recitazione. Per sfuggire all’etichetta di ‘femme fatale’, spesso affibbiata alle affascinanti attrici francesi, ha fatto scelte coraggiose e ha rifiutato, spesso sbagliando, delle parti che le avrebbero assicurato il successo. Insomma, la Green ha lottato contro la sua stessa natura recitando anche ruoli che non le appartengono pur di reprimere la tentazione dei critici di collocarla dentro uno standard consolidato.
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Il suo esordio e una delle sue migliori interpretazioni avviene grazie a Bernardo Bertolucci che con “The dreamers” (2003) le cuce addosso la parte per cui la Green sembra essere nata. Nella pellicola del regista italiano, interpreta infatti il ruolo di Isabelle, ragazza al centro di un triangolo amoroso con il fratellastro Théo (Louis Garrel) e Matthew (Michae Pitt), un giovane americano che si trova a Parigi per sfuggire al Vietnam.
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Proprio per slegarsi da questa figura, la Green incomincia a scegliere parti in film d’avventura e azione. La sua decisione viene premiata con il ruolo di bond girl nel film “Casinò Royale” (2006).
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Il terzo filone della carriera dell’attrice è quello dei film fantastici d’avventura, una linea che la porta a lavorare anche al fianco di Tim Burton prima in “Dark Shadows” (2012) e ora in “Miss Peregrine – la casa dei ragazzi speciali” (2016).
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