“Amici miei” è un’opera di rilevanza culturale, in particolare per l’epoca nella quale è stato girato. Dal film troviamo l’origine lessicale di alcuni termini tra cui “supercazzola”, usato in gergo per indicare un giro di parole privo di senso, con l’obiettivo di confondere l’interlocutore. Inoltre la scena della stazione è stata omaggiata in uno dei film di Fantozzi, solo che in questo caso il treno è in arrivo; per questo Fantozzi venne percosso dai passeggeri irritati. Se si pensa invece alla scena finale del film nella quale viene celebrato il funerale di Perozzi (Philippe Noiret), bisogna tener considerata la sua valenza artistica poiché negli anni successivi ispirò la realizzazione del cortometraggio “L’ultima zingara”. Il gran Birillo, nella realtà Bob del Soccorso, è un San Bernardo di sette anni (all’epoca), già star cinematografica, che venne utilizzato nella scena della stazione per travolgere una serie di persone che transitavano sul marciapiede. Il film è conosciuto in particolare per l’ilarità che suscita e per le burle e frasi comiche. Ecco un paio delle citazioni più famose tratte dal questa commedia:
- “Il bello della zingarata è proprio questo: la libertà, l'estro, il desiderio... come l'amore. Nasce quando nasce e quando non c'è più è inutile insistere. Non c'è più!” di Perozzi.
- “Antani, blinda la supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra?” del Conte Mascetti (Ugo Tognazzi).
Riproduzione riservata ©2024 - PCTV