Siamo alla fine degli anni Settanta e Michele Amitrano, un bimbo che frequenta la quinta elementare ad Acqua Traverse, borgo immaginario nel sud Italia, e gioca con i suoi amici correndo nei campi di grano. Giunti nei pressi di una casa abbandonata, si decide che l'ultimo arrivato nella gara tra i campi di grano, paghi penitenza. Viene scelta Barbara a cui si impone di abbassarsi le mutandine. Michele, allora, decide di aiutare la sua amica, offrendosi volontario e pagando lui la penitenza. Gli altri amici decidono così che debba arrampicarsi sui muri della casa abbandonata scavalcandone i muri. Sulla via del ritorno, Michele si rende conto di aver dimenticato gli occhiali della sorella nella casa abbandonata per cui decide di tornare indietro per riprenderli. Recuperando gli occhiali scorge una lamiera che incuriosito decide di sollevare: sarà spaventato nel vedere, all'interno di quel buco, un piede di bambino che viene fuori da una coperta.
Terrorizzato Michele scappa via ma il pensiero di quella scoperta lo porta a tornare in quel posto: scoprirà, suo malgrado, che si tratta di un bambino biondo e ormai quasi cieco per il buio tenuto prigioniero in un tugurio. Visto il suo stato, Michele decide di aiutarlo portandogli da mangiare, facendo amicizia con lui per dargli una minima speranza. Quando poi vedrà al telegiornale la foto di Filippo Carducci, il bambino rapito a Milano, comprenderà che suo padre Pino è immischiato con la vicenda insieme agli altri compaesani. Riconosciuto Filippo, Michele ingenuamente racconterà della sua scoperta al cugino amichetto Salvatore che a sua volta lo dirà allo zio rapitore.
Sergio il milanese, amico del padre di Michele, irrompe nel borgo per decidere delle sorti di Filippo. Il padre, intanto, ordina a Michele di non rivedere mai più Filippo che intanto si è ripreso e a riacquisito la vista. Decidono così di uccidere il piccolo Filippo trasferendolo in in un luogo aperto. Michele, scoperta la verità e trovato Filippo, disobbedisce al padre e lo aiuta a fuggire. Purtroppo però il piccolo Michele rimane intrappolato e aspetta che venga suo padre, incaricato di uccidere Filippo, a prenderlo.
Il padre sparerà a Michele e non farà in tempo a sentire le urla di suo figlio. Così Michele ferito sviene, Pino cercherà di risvegliarlo e Filippo andrà in aiuto del suo amico. Sergio il Milanese tenterà di ucciderlo ma sarà fermato dalle forze dell'ordine che lo arrestano insieme a Pino e agli altri complici.
Nell'ultima scena i due protagonisti si stringono la mano in segno di amicizia
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