Meryl Streep, attrice nel ruolo di Karen Blixen, la protagonista del racconto autobiografico cui il film s’ispira pur discostandosene inevitabilmente, si trova alla fine del suo viaggio nel continente africano a fare i conti con le scelte compiute e l’incredibile bagaglio di esperienza che le riempie il cuore di amarezza e infelicità. Le sue parole, infatti, che fanno da sfondo a una carrellata di momenti vissuti, tornati alla sua memoria nella forma di ricordi più o meno felici, domandano, in una sorta di canto finale molto toccante, cosa l’Africa le abbia lasciato e cosa lei abbia reso a questa terra meravigliosa. Se in un primo momento il totale dei suoi sentimenti sembra giungere a un valore negativo sulla base dei primi ricordi, poi le scene-ricordo cambiano e allora appare Robert Redford, il suo compagno, il cacciatore Denys Finch-Hatton, che l’ha rispettata e conosciuta per quella che è, e finalmente il suo viaggio sembra acquisire un nuovo e più profondo significato, un senso di appartenenza che è chiaro non l’abbandonerà mai più.
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