“Piede di Dio” è un film del 2009, diretto dal regista Luigi Sardiello alla sua prima prova dietro la macchina da presa. A colpire del film è subito la storia: essa, infatti, parla del giovane Elia (Filippo Puccillo), un ragazzo autistico di 14 anni con il dono dell'infallibilità dal dischetto del rigore. Il motore di tutta la vicenda si ha quando il procuratore squattrinato e mezzo fallito Michele Romano (interpretato da un maestoso e sublime Emilio Solfrizzi, che in questo film dà sfoggio di tutta la sua grandissima abilità di attore) lo nota per puro caso su una spiaggia e decide di fare di lui una super star. Purtroppo per Elia, Michele è spietato e sprezzante dell'individualità dei giocatori che si trova ad avere sotto mano: l'unica cosa che conta per lui, infatti, è il fruscio dei soldi. Malgrado ciò, Elia riesce con la sua ingenuità e la sua bontà di ragazzo autistico a intenerire il cuore di ghiaccio del procuratore il quale, alla fine del film, tratta Elia quasi fosse un figlio.
Le scene più belle di questo film sono proprio quelle in cui Elia riesce a sciogliere il cuore di Michele: in esse traspare con forza un irrisolto rapporto padre/figlio che torna con prepotenza a scuotere le vite dei due protagonisti della vicenda. Tutto ciò è amplificato dal fatto che il mondo dipinto con grande maestria intorno ai due attori principali, è un mondo che lascia ben poco spazio alla bontà e ai sentimenti: Luigi Sardiello, infatti, ha deciso di ambientare il film nel pieno dello scandalo Calciopoli per mostrare tutte le ombre del mondo del calcio. Per questo la vicenda di Elia e Michele può svettare e avviare una sorta di “catarsi” dello spirito (inteso sia come spirito calcistico, sia come spirito umano in quanto Michele va in contro a una specie di “redenzione”).
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