Il 7 aprile arriverà nelle sale cinematografiche di tutta Italia il nuovo film di Matteo Rovere, “Veloce come il vento”: racconta la storia di una ragazza promettente nel campo delle corse automobilistiche, la quale, dopo un evento inaspettato, si troverà ad affrontare in modo diverso la vita e a rafforzare i legami famigliari che le sembravano essersi sbiaditi.
Il film ha riscosso particolare interesse sin dal rilascio del trailer; non solo per i temi che affronta, ma anche e soprattutto per le scene d’azione che coinvolgono gare automobilistiche reali e clandestine. Il regista ha affermato di aver riservato una scrupolosa attenzione ad esse affinché potessero apparire il più reali possibili. Per questo motivo sembra giusto menzionare quei luoghi che fanno non solo da scenario alla vicenda, ma che rivestono, si può dire, quasi il ruolo di co-protagonista di questo film.
La maggior parte delle riprese si è svolta nel territorio dell’Emilia Romagna, in particolare a Imola; e poi a Matera, città che recentemente ha ospitato le riprese per il remake di Ben Hur, e in due tra i più importanti circuiti automobilistici di Italia: l’autodromo di Vallelunga e quello di Monza.
Il primo di questi due intitolato dal 2006 al pilota Pietro Taruffi si trova a Roma, nel comune di Campagnano di Roma, e nasce nel 1951. Il secondo invece, conosciuto anche da un profano delle corse automobilistiche, è tra gli autodromi più antichi al mondo, inaugurato nel 1922, e sicuramente di respiro più internazionale grazie al Gran Premio d’Italia di Formula 1.
La suggestione di questi luoghi e di questa disciplina è dovuta all’ostentazione della vita stessa, che viene messa continuamente a rischio ogni qual volta si partecipa ad una gara, non smette di accendere, anche nella persona meno interessata a questo mondo, un inspiegabile stato di frenesia ed ebbrezza.
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