Tema intorno a cui ruota l’intreccio del film è quello dei problemi di un’adolescenza vissuta in una realtà perversamente dominata dalla camorra, quale può essere quella di Napoli. Qui anche l’amore tra adolescenti deve necessariamente seguire le regole del clan di appartenenza altrimenti, come accade a Veronica, si rischia la reclusione, ma non quella ufficiale e legale, ma quella dello “stato nello stato”, gestita dai camorristi.
Ecco che i due ragazzi, l’una consapevole di ciò che sta accadendo, ma tuttavia vittima di un mondo che ha le sue regole, Veronica, abilmente interpretata da una giovanissima Francesca Riso, e l’altro che suo malgrado si ritrova letteralmente gettato nel ruolo di carceriere, Salvatore, interpretato da Alessio Gallo.
In quest’intervallo dalla quotidianità, Veronica e Salvatore devono trovare il modo di trascorrere il tempo, in attesa del verdetto sulle sorti della ragazza. Cominciano così a perlustrare il luogo nel quale sono costretti a stare, il cortile di un grande palazzo del quartiere in cui vivono. Dopo le prime ostilità, date dal fatto che ognuno dei due ritiene l’altro colpevole di quella reclusione coatta, i due si racconteranno e daranno libero sfogo a quell’imprudenza e vivacità giocosa tipica di due adolescenti, cresciuti troppo di corsa in quel mondo spietato che non ha rispetto di nulla.
Il film di Leonardo Di Costanzo appare quasi improvvisato sulla scena, data la freschezza dei dialoghi dei due personaggi. Scritto insieme a Maurizio Braucci già sceneggiatore di altri film come Gomorra e Reality di Matteo Garrone.
Le scene della pellicola sono state quasi interamente girate all’interno dell'ex ospedale psichiatrico di Napoli, Leonardo Bianchi, fatto costruire sul finire dell’ottocento e poi rimasto abbandonato.
Mentre le musiche sono state realizzate da un musicista napoletano, radicatosi oramai da tempo a New York, Marco Cappelli.
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