Il cinema tedesco ha una tradizione diversa da quella americana o italiana, sia nella scelta stilistica che in quella tematica. Gli anni d’oro del cinema tedesco sono stati quelli degli anni ’80 con pellicole come “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders (1987), “Anche i nani hanno cominciato da piccoli” di Herzog (1970) e “Querelle de Brest” di Fassbinder (1982). Tutti e tre i film sono in fase di remake e restaurazione.
Il Cielo Sopra Berlino (Der rimmel unber Berlin) fu diretto da Wim Wenders e nel remake ritroviamo le atmosfere, ma forse non lo spessore storico-drammatico del periodo dove neanche le ballate di Nick Cave riescono a introdurre lo spettatore pienamente in quella Germania divisa dal Muro. Lo sguardo sulla città dei due angeli Damiel e Cassiel che osservano i pensieri della gente che vive a Berlino ovest è commovente e penetrante tanto quanto l’amore che prova Damiel per la trapezista Marion. Un amore che lo farà “scoprire” agli occhi di un attore “ex-angelo” che sta girando un film sulla Germania nazista. Un cult senza tempo.
Anche i nani hanno cominciato da piccoli di Werner Herzog è il classico pugno nello stomaco, un film grottesco che pone al centro della scena la follia insensata e crudele dell’umanità rappresentata da nani perfidi e violenti. In un luogo e in un tempo imprecisato, in una colonia penale, dei nani si ribellano e manifestano la propria rabbia cieca e folle uccidendo tutti gli animali e devastando ogni cosa in un crescendo di orrori. Film non facile da vedere.
Querelle de Brest di Rainer Werner Fassbinder è un altro dei film tedeschi da riscoprire nonostante la sua ferocia crudità e un tema sempre attuale: Querelle è un marinaio gay e quando arriva a Brest – città piena di simboli fallici – diventa contrabbandiere di oppio, assassino e amante di un energumeno barista. L’uso delle luci e delle inquadrature hanno portato la critica a considerare questo film più come un esercizio letterario che altro.
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