“Ho tanta nostalgia degli anni novanta” cantavano gli Articolo 31, spaventati da un distopico futuro nel brano 2030.
Prima dell’avvento del digitale e contemporaneamente ai primi spettacolari risultati dell’impiego della grafica computerizzata, gli anni ’90 ci hanno regalato film ancora attualissimi, diventati dei cult e dei must see.
1990: le produzioni americane occupano il primo posto nel mercato distributivo e il genere thriller riscuote un grande successo di pubblico. Tra le numerosissime pellicole meritano un’attenzione particolare:
Misery non deve morire (Rob Reiner, 1990), tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, ha permesso ad una memorabile Kathy Bates di vincere l’Oscar come migliore attrice e il suo personaggio è stato inserito al diciassettesimo posto nella classifica dei migliori cattivi di sempre dall’ America Film Institute.
Il Silenzio degli Innocenti (Jonathan Demme, 1991), vincitore di cinque premi Oscar tra cui miglior attrice e miglior attore per le indimenticabili interpretazioni di Jodie Foster (Clarice Starring, recluta FBI) e Anthony Hopkins (Hannibal Lecter, killer cannibale).
Basic Instinct (Paul Verhoeven, 1992), con uno dei più alti incassi al botteghino del decennio, rese famosa Sharon Stone per la celebre scena dell’interrogatorio in cui l’attrice accavalla le gambe mostrando di non indossare biancheria.
Il Socio (Sidney Pollack, 1993), thriller legale che vede Tom Cruise vestire i panni del giovanissimo avvocato Mitch McDeere, inconsapevolmente implicato in traffici mafiosi. Il film ha avuto due nomination agli Oscar.
Se7en (David Fincher, 1995) ci mostra un affascinante Brad Pitt (Detective David Mills) alle prese con uno spietato Kevin Spacey, fanatico serial killer che uccide uno alla volta sette colpevoli dei sette vizi capitali. Ad affiancare Mills in quest’impresa il saggio DetectiveWilliam Somerset, interpretato da Morgan Freeman.
Da non dimenticare i tre action thriller che hanno reso celebre il regista Quentin Tarantino e che hanno rivoluzionato il genere immergendolo nella cultura postmoderna dell’ avantpop:
Le Iene (1992), Pulp Fiction (1994), Jackie Brown (1997).
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