Sono passati ormai quasi tre anni dall'uscita nelle sale italiane del film Anna Karenina (2012), tentativo più o meno riuscito del regista inglese Joe Wright di raccontare l'omonimo romanzo di Lev Tolstoj sul grande schermo. La protagonista, interpretata da Keira Knightley, è una bellissima ragazza dell'alta società russa colpevole di aver lasciato suo marito per un ufficiale dell'esercito, il conte Vronskij. Ma chi è Anna Karenina? “Anna è una figura insidiosa e strana, che volevamo rendere in maniera comprensibile, ma non semplicistica”, spiega l'attrice, che non nega le difficoltà nell'interpretare la parte di un personaggio difficile e scomodo per la strada che decide di intraprendere nella storia: “Mi affascinava il rischio di arrivare a odiarla o a odiarmi, perché è proprio questo a rendere interessante il personaggio. È una donna che ti fa guardare a te stessa, alla tua moralità, alle tue scelte, e ti fa domandare se ti senti davvero tanto migliore di lei. Nessuno ha il diritto di giudicarla”. E' vero, forse il grande punto debole del personaggio, almeno in parte, risiede proprio nella scelta di un'attrice che, nell'immaginario collettivo, è sempre rimasta associata a ruoli più tipicamente da “maschiaccio” (I pirati dei Caraibi, Domino). “Non è un film sulla libertà, ma sulle conseguenze del rompere le regole”, aggiunge Keira Knightley, cercando di fornire dettagli su un personaggio che sembra voler rompere gli schemi imposti da una società solo apparentemente inamovibile: “Anche se la società è cambiata e non dappertutto sul nostro pianeta, le regole ci sono e le conseguenze sono spesso simili a quelle vissute da Anna Karenina. L’essere ostracizzata perché vai controcorrente è una sofferenza che capisco in pieno”.
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