Giulio Cesare è un dramma di Shakespeare, una delle opere più toste e gettonate a teatro dagli attori accademici e dal pubblico consueto. A Rebibbia il regista Fabio Cavalli ha lavorato con i detenuti per mettere in scena questo dramma. I registi Paolo e Vittorio Taviani dopo aver sentito delle traduzioni shakespeariane in dialetto campano, pugliese e siciliano hanno deciso di entrare in carcere per girare un film che mostra i lavori e le prove prima dello spettacolo, che alterna il bianco e nero al colore e che fonde la drammaticità delle storie dei detenuti con quella dell'opera shakespeariana. Salvatore Striano interpreta Bruto, il figlio adottivo di Cesare che decide di tradirlo in nome della libertà opposta alla tirannia e permette ai congiurati di assassinarlo, riservandosi la coltellata finale, ma poi si pente e si fa a sua volta pugnalare da un suo amico. Striano si è appassionato di teatro e recitazione durante la detenzione e da quando è stato rilasciato nel 2006 è diventato un attore a tutti gli effetti lavorando anche con Garrone.
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