7.19 di Jorge Michel Grau è arrivato da poco in Italia, ma sta già facendo parlare di sé: in questa pellicola, ambientata a Città del Messico, si narrano con claustrofobica rapidità le vicende di quel maledetto 19 Settembre 1985. Ciò che più colpisce di questo film è il fatto che il regista sia riuscito a ricostruire quasi alla perfezione l'esatta dinamica del devastante terremoto che colpì il Messico.
Il motivo che ha spinto il regista messicano a scegliere proprio questo soggetto per un suo film è a dir poco interessante: il terremoto che devastò quasi completamente il Messico è, infatti, a detta di quasi tutti i geologi del mondo, un evento più unico che raro, dato che, mentre in un normale terremoto i danni si distribuiscono maggiormente in prossimità dell'epicentro e delle zone circostanti, i danni più devastanti si verificarono a Città del Messico, situata a circa 400 km dal luogo dell'epicentro. La spiegazione che hanno dato i geologi è che il sisma fu letteralmente amplificato dalla morfologia del sottosuolo su cui poggia la città: «un bacino montano di forma concava, riempito da sedimenti alluvionali di tipo lacustre». Secondo questi studiosi, le onde sismiche avrebbero trovato terreno fertile alla loro propagazione a causa della conformazione del sottosuolo.
7.19, dunque, si riferisce all'ora in cui il Messico ha tremato, rischiando di collassare sotto le scosse sismiche più forti mai registrate in quella regione.
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