Il documentario sull’umor e l’Olocausto esamina se sia possibile e socialmente accettabile l’utilizzo dell’umor anche per trattare una tragedia di questa portata, e le implicazioni che derivano dal trattare altri topic off-limits in una società così aperta alla libera opinione.
L’opera cinematografica, sotto la regia dell’abile Ferne Pearlstein, viene vista dagli occhi di una donna sopravvissuta all’Olocausto. La fortunata superstite, in compagnia della figlia, s’ interroga, attraverso la visione di numerose clip comiche in rete, su quanto sia permissibile scherzare su un evento tragico di questa portata. Seguendo le due protagoniste, la regista apre un discorso molto più ampio su molti tabù che vigono nella nostra società, come il terrorismo e la pedofilia e sulla comicità politicamente scorretta, per mezzo di testimonianze di svariati professionisti in questi settori, come ad esempio Sarah Silverman, Carl Reiner, Mel Brooks, David Cross e Larry Charles.
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