Il cinema neorealista si sviluppa in Italia negli anni immediatamente successivi la Seconda Guerra Mondiale. In particolare, il suo inizio si fa risalire al capolavoro cinematografico di Luchino Visconti, “Ossessione” (1943).
Le pellicole neorealiste si concentrano sul dopoguerra italiano. Il loro obiettivo primario è infatti quello di raccontare la situazione economica, i sentimenti, le speranze, le condizioni di vita della gente comune. Questa è divisa tra grandi speranze per un futuro migliore dopo la guerra e una realtà immanente di povertà, stenti e distruzione che genera paura e frustrazione, nonché disillusione nei confronti dello stato italiano.
Il neorealismo si serve spesso di set esterni per descrivere al meglio la società che vuole rappresentare. Questa è quella delle classi lavoratrici, popolari, disagiate, che hanno pagato il prezzo più alto per una guerra che non hanno scelto e della quale spesso non hanno capito il senso. Per conferire all’opera maggiore credibilità spesso gli attori -soprattutto, ma non solo, quelli che interpretano ruoli secondari- non sono professionisti.
Il cinema neorealista italiano fu particolarmente influenzato dal realismo poetico francese.
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