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Una prima curiosità legata a “Sette spose per sette fratelli” (1954) è l’accoglienza non eccezionale ricevuta dalla pellicola alla sua uscita. Il film non fu un immediato successo hollywoodiano ma a differenza di molte altre commedie e musical di quel periodo riesce a conservare una certa freschezza anche ai giorni nostri. Il film si distingue per un linguaggio più informale e malizioso rispetto i prodotti degli anni cinquanta, probabilmente proprio questa scelta venne pagata più del dovuto agli occhi del pubblico e della critica. Rimane la questione etica: quanto sarebbe politicamente scorretta ai giorni nostri una commedia in cui sette uomini rapiscono altrettante ragazze fino a indurle alla sindrome di Stoccolma? Forse a sufficienza, forse sarebbe degna di Sacha Baron Cohen.
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In secondo luogo, non tutti sanno che il film fu girato in versione panoramica. Tuttavia, la produzione, preoccupata che molti cinema non avessero modo di proiettare la pellicola, girò anche in versione standard, una versione mai proiettata in alcuna sala.
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Infine, le locations scelte risiedono esclusivamente negli Stati Uniti, una rarità se si considerano i girati contemporanei. Le riprese vennero prima di tutto girante in 35 mm, formato privilegiato per il cinema dell’epoca cosi come per la fotografia.
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