La serie tv Il Miracolo, di cui il poliedrico e prolifico autore romano, Niccolò Ammaniti, ha firmato sceneggiatura e regia, insieme a Francesco Munzi e Lucio Pellegrini, sta riscuotendo pareri unanimi. A metà dell’opera (finora sono stati trasmessi 4 degli 8 episodi su Sky Atlantic) critica e pubblico sono concordi nel definire Il Miracolo la serie dell’anno.
In un’interessante intervista rilasciata a Daniela Lanni de La Stampa, Ammaniti ha parlato del “passaggio” dietro alla macchina da presa, delle difficoltà iniziali e dell’approccio alla tecnica di scrittura cinematografica, con cui è riuscito a trasmettere ad ogni singola scena della serie pathos, emozioni e sorprese.
Niccolò Ammaniti: "Ho sempre cercato di divertirmi"
“Ho sempre cercato di divertirmi nella costruzione della storia - ha detto Ammaniti, 51 anni -. Una storia deve sempre sorprendere, è il mio approccio sin dai primi racconti ed è stato interessante provare a fare la stessa cosa per una serie tv invece che per un romanzo. In realtà ho trattato Il Miracolo esattamente come tratto i romanzi, soprattutto quelli corali come Ti prendo e ti porto via, dove tanti personaggi, seppur molto diversi uno dall’altro, camminano sullo stesso piano producendo ognuno un pezzettino di storia”.
Indossare le vesti di regista, ha confessato l’autore, “è stato di primo acchito difficile, mi sono calato nella parte un po’ per volta. All’inizio ho solo scritto con gli sceneggiatori, poi ho cominciato a fare la pre-produzione con gli altri registi. Solo dopo un po’ di tempo ho iniziato anche a mettermi dietro la macchina da presa. È stata un’esperienza continua. La cosa più interessante di questo percorso è stata relazionarsi con altri, cosa a cui da scrittore, avvezzo a lavorare da solo, isolato da tutto e tutti, non ero abituato. È stato uno sforzo, ma sono stato ricompensato da una squadra di persone meravigliose con le quali ho prima immaginato e poi realizzato la storia”.
La vicenda de Il Miracolo
La vicenda de Il Miracolo, prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Mieli per Wildside, nasce dal ritrovamento di una statuetta della Madonna che piange sangue. Il soggetto è stato scritto in circa tre anni, durante i quali Ammaniti ha lavorato anche ad altri progetti. A differenza di altri suoi romanzi (Branchie, Io non ho paura, Come Dio comanda, Io e te), nati in forma narrativa e successivamente adattati per il grande schermo, Il Miracolo è stato concepito direttamente come serie tv. Se con il romanzo un autore può lasciare molti particolari all’immaginazione del lettore, lo schermo deve consegnare allo spettatore molti più dettagli: luci, volti, vestiti, musica.
“In realtà a livello di scrittura narrativa - ha ammesso Ammaniti, uno degli autori italiani più tradotti all’estero - ho trovato poche differenze, anche perché ho avuto la fortuna di avere due produttori come Sky Italia e Wildside che mi hanno permesso di sviluppare la storia esattamente come fosse un romanzo. In questo senso non ho avuto alcuna limitazione”.
Regista o scrittore: alla luce del successo di pubblico e critica riscosso da Il Miracolo, come si vede oggi Ammaniti? “Sono scisso a metà - chiosa lui - non riesco ancora a capirlo. Forse tra qualche mese avrò la risposta. Di nuovo dietro la macchina da presa in un futuro non troppo lontano? Non lo so, per adesso vorrei solo riposarmi un po’”.
Fonte foto: aMIRA8694
Riproduzione riservata ©2024 - PCTV