La storia di Ted Bundy, il primo serial killer della storia, affascina da sempre il cinema e la televisione. Uno dei più feroci assassini di tutti i tempi è protagonista in questi giorni di Conversazioni con un killer: Il caso Bundy, serie true crime lanciata in streaming da Netflix lo scorso 24 gennaio. Le vicissitudini del sadico sociopatico che tra il 1974 e il 1978 ha ucciso almeno trenta donne, ripercorse tra interviste, immagini d'archivio e registrazioni audio nel braccio della morte, hanno suscitato reazioni entusiaste sui social. Tanto che Netflix si è sentita in dovere di intervenire.
Ted Bundy, Netflix avvisa gli abbonati
“Ho seguito i commenti sulla presunta avvenenza di Ted Bundy e vorrei gentilmente ricordare a tutti che ci sono MIGLIAIA di uomini bellissimi su questa piattaforma – e quasi tutti non sono omicidi seriali”, si legge in un post apparso sull'account Twitter ufficiale di Netflix.
Ad ispirare tanti utenti, soprattutto donne, è stata l'avvenenza fisica di Bundy. Così il servizio streaming ci ha tenuto a ricordare che The Ted Bundy Tapes, diretto da Joe Berlinger e costituito da quattro episodi di un'ora circa, è un viaggio nella mente disturbata di Bundy che esamina le tappe della carriera criminale del serial killer. Un uomo che potrebbe essere responsabile di oltre cento delitti.
Conversazioni con un killer: Il caso Bundy scuote Netflix
Il tweet di Netflix è diventato subito virale ed è stato condiviso da migliaia di persone. C'è chi ha continuato a scherzarci su, postando foto di Dexter Morgan, il tranquillo tecnico della scientifica e spietato serial killer interpretato da Michael C. Hall, e di Joe Goldberg (Penn Badgley), il libraio di New York e violento maniaco protagonista di You. Mentre altri hanno invitato a ricordare le vittime di Bundy, donne “con sogni e speranze che dovrebbero tutte avere dei film a loro dedicati”.
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