C'è chi prende posizione a Sanremo 2024. Oltre le canzonette, Ghali e Dargen D'Amico stanno sfruttando il palcoscenico del Festival per far passare un messaggio importante: esprimere simbolicamente solidarietà al popolo palestinese che a Gaza sta subendo un genocidio. Nella prima serata della kermesse, D'Amico ha dedicato la sua canzone, Onda alta, a chi sta soffrendo nel mar Mediterraneo e in Medio Oriente.
Dargen D'Amico, Sanremo 2024 e Onda alta per i bambini
L'appello di Dargen D'Amico è lucido e umano, diretto e preciso.
In questo momento ci sono bambini sotto le bombe, senza acqua, senza cibo e in questo momento il nostro silenzio è corresponsabilità. La storia e Dio non accettano la scena muta: cessate il fuoco.
Quando, nella seconda serata, Diodato l'ha ringraziato per le sue dichiarazioni, D'Amico ha precisato:
Non volevo essere politico, mi sono preoccupato. Ho commesso molti peccati, ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica. Ero semplicemente guidato dall'amore e dalla sensazione che siano sempre più le cose che abbiamo in comune. E su quelle mi vorrei concentrare.
Andrea Iacomini, portavoce dell'Unicef per l'Italia, ha elogiato pubblicamente il cantante per le sue parole.
Voglio ringraziare di cuore l'artista Dargen D'Amico per aver menzionato da un palco così prestigioso la drammatica situazione dei bambini e delle bambine che vivono in zone di conflitto. È di fondamentale importanza ricordare che più di 500 milioni di bambini, dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan al Myanmar, dalla Siria allo Yemen, in questo preciso istante si trovano ad affrontare la dura realtà della guerra, senza cibo né acqua, al freddo e senza un riparo. Grazie di cuore a Dargen per questo importante messaggio e al conduttore Amadeus per aver dato prezioso spazio a parole così significative in questo tragico momento storico per i più piccoli come non si vedeva dal 1946.
Ghali, Sanremo 2024 e Casa mia contro il silenzio
Ancora più esplicito è Ghali, che in un verso del brano Casa mia, canzone scelta per il suo debutto in gara al Festival, canta così:
Ma come fate a dire che qui è tutto normale / Per tracciare un confine / con linee immaginarie bombardate un ospedale / Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane / non c'è mai pace.
Evidente il rimando alle azioni militari dell'esercito israeliano e alle 26mila vittime civili, tra cui oltre 10mila minori, uccise a Gaza dal 7 ottobre. Il testo di Casa mia non piace a Walker Meghnagi, il presidente della comunità ebraica di Milano, che parla di "propaganda antisraeliana in prima serata sulla televisione pubblica" che "finisce per armare le mani dei violenti", di "una esibizione che ha ferito molti spettatori" e di palestinesi che "hanno festeggiato con balli e distribuendo caramelle ai passanti, complimentandosi con chi ha commesso tale massacro", persone che "hanno nascosto gli oltre 200 israeliani rapiti e detenuti in cattività in condizioni disumane, molti tra loro prigionieri nei tunnel che partono dagli ospedali di cui parla Ghali".
La replica del trapper non si è fatta attendere e arriva in un puntuale e sincero post su Instagram.
Sto leggendo in rete appelli, commenti, rispetto al testo della mia canzone. Sono venuto a Sanremo per portare un messaggio. Non ho né il ruolo né l'ambizione di risolvere una questione internazionale. Ma se la mia esibizione porta a ragione sull'irragionabile, se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere, allora ben venga. Non si può andare oltre. È necessario prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso.
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