Neanche è arrivato nelle sale e Biancaneve fa già il pieno di critiche. Il remake in live action del primo classico animato del 1937, al cinema dal 20 marzo, sta vivendo feroci contestazioni e un forte ridimensionamento da parte della stessa Disney. Diretto da Marc Webb (il regista lanciato da (500) giorni insieme e consacrato ai blockbuster dai due The Amazing Spider-Man) e sceneggiato da Erin Cressida Wilson, il film è al centro di un autentico tiro al bersaglio.
Biancaneve, live action divisivo sin dall'inizio
Costato 270 milioni di dollari, Biancaneve incasserà parecchio a prescindere, ma sta trovando sulla sua strada numerose complicazioni. A partire dalle presunte tensioni tra le attrici protagoniste, la statunitense Rachel Zegler che interpreta "la più bella del reame" e l'israeliana Gal Gadot, ovvero la terribile regina-strega e matrigna Grimilde. Le frizioni tra le due sarebbero derivate dalle loro visioni opposte sulla guerra a Gaza: un crudele genocidio secondo la filo palestinese e anti-Trump Zegler; un conflitto giusto e necessario per la sionista Gadot, che ha prestato servizio per due anni nell'esercito israeliano.
C'è poi la questione boicottaggio. Alcuni associazioni statunitensi stanno invitando il pubblico a disertare le sale perché il Biancaneve del 2025 è troppo politically correct. Una diretta conseguenza delle politiche di Donald Trump che, tornato alla Casa Bianca per il secondo mandato, sta smantellando tutti i programmi governativi sul settore DEI (diversità, equità, inclusione), considerato discriminatorio e inutile. I critici anti-woke contestano alla Disney la scelta di far interpretare la principessa "dalla pelle bianca come la neve" (come hanno scritto i fratelli Grimm) ad un'attrice latina come la star del remake di West Side Story, di origini colombiane.
Basta leggere qualche commento al trailer su YouTube per rendersi conto dell'atmosfera che circonda il film. Come se non bastasse, Zegler ci ha messo del suo ed in diverse interviste ha dichiarato che il classico Disney del 1937 è un film "datato e sessista" che è necessario aggiornare per fare in modo che la bellissima principessa non debba "essere salvata dal principe e sognare il vero amore". Un commento che ha infastidito non poche persone legate all'originale, selezionato dal National Film Registry come uno dei primi 25 film da conservare e inserito dall'American Film Institute tra i 100 più grandi film americani.
Biancaneve e i sette nani in CGI
Nel Biancaneve in live action di Marc Webb, mancheranno anche i sette nani. Disney ha accolto l'invito di Peter Dinklage, il "folletto" che, per otto anni, ha stregato i fan di Game of Thrones con il suo Tyrion Lannister. "Da un lato siete progressisti, molto orgogliosi di aver scelto un'attrice latina per il ruolo di Biancaneve. Dall'altro, continuate a raccontare quella storia retrograda di sette nani che vivono insieme in una capanna?", ha scritto l'attore in una lettera aperta. E così, nel rispetto della diversità e per "non rafforzare gli stereotipi dell'originale", i personaggi sono stati generati con la computer grafica.
Una scelta che l'attore inglese Choon Tan, affetto da nanismo, ha aspramente criticato bollandola come "assurda e discriminatoria". "Non c'è davvero nulla di sbagliato nel dare a una persona affetta da nanismo la possibilità di interpretare un nano, se raccontato in modo equo e rispettoso", ha detto al Daily Mail. Non è da meno il collega australiano Black Johnston, che considera "piuttosto stupida" l'idea di usare la CGI per i sette nani. "Ci sono tantissimi attori nani che muoiono dalla voglia di interpretare un ruolo come questo. Credo che la Disney si sia piegata alla pressione sociale della correttezza politica, che ora ha finito per dare meno lavoro ai migliori attori affetti da nanismo", ha aggiunto. "Penso sia innanzitutto triste e poi assurdo: Disney sta cercando di essere davvero troppo politicamente corretta", ha confermato l'atleta paralimpico britannico Will Perry.
Tutte queste polemiche che ruotano attorno a Biancaneve hanno spinto la Casa di Topolino a ridimensionare il tour di promozione del film. Zegler e Gadot sono state separate e all'anteprima europea organizzata al castello di Alcazàr a Segovia, in Spagna, sono stati invitati pochissimi critici, giornalisti, operatori e fotografi, sostituti da influencer pagati per promuovere il film. Una strategia identica avverrà per l'anteprima statunitense al cinema El Capitán sull'Hollywood Boulevard: anche in questo caso, Disney ha concesso gli accrediti col contagocce.
Foto: Giles Keyte / Disney
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