Robinson Crusoe nel terzo millenio? È quello raccontato – tra alti e bassi – da Ridley Scott in The Martian - Sopravvissuto. Pellicola che segna il ritorno del regista al genere della fantascienza, la pellicola ci porta in un futuro in cui i viaggi spaziali su marte sono diventati una realtà.
Nel corso di una missione umana sul pianeta rosso, infatti, l'astronauta Mark Watney viene creduto morto dopo una terribile tempesta e abbandonato dal suo equipaggio, ma Watney è sopravvissuto e ora si ritrova solo e bloccato sul pianeta ostile. Con a disposizione solo scarse forniture Watney dovrà attingere alla sua ingegnosità, arguzia e al suo istinto di soppravvivenza per trovare il modo di segnalare alla Terra la sua presenza.
A milioni di chilometri di distanza, intanto, la NASA e un team di scienziati internazionali lavorano instancabilmente per portare "il marziano" a casa, mentre i suoi compagni contemporaneamente si lanciano in un'audace, se non impossibile missione di salvataggio.
Una nuova età dell'oro per il filone dei viaggi spaziali in quel di Hollywood? Qualche segnale di rinnovata attenzione per il tema era già arrivato con Interstellar, il lavoro di Christopher Nolan uscito lo scorso autunno e che raccontava di “Lazarus”, ultimo estremo tentativo della NASA di salvare l’umanità da una Terra invivibile e inospitale.
Topos non nuovo quello della colonizzazione spaziale visto in Interstellar; e considerazione analoga può valere per The Martian, nostos spaziale di chi sul pianeta azzurro, invece, ci vuole tornare.
A rendere più facile l'accostamento tra i due film è anche lo stesso protagonista, Matt Damon, che in Interstellar si scopriva essere traditore dell’intera umanità, mentre in The Martian lotta eroicamente per la sopravvivenza ogni giorno.
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