In tutta la storia del cinema ci sono centinaia di titoli Horror in 3D che grazie alle diverse tecniche tridimensionali hanno saputo spaventare e terrorizzare intere generazioni. La Maschera di cera (House of Wax) diretto da Andre de Toth è un perfetto esempio di orrore in 3 dimensioni proveniente dal passato, il film è stato realizzato nel 1953, in un periodo estremamente florido per la sperimentazione cinematografica, e nonostante la tecnologia, ormai datata, è ancora oggi, un film terrificante. Dello stesso periodo, immediatamente diventato un cult, è Dimensione Terra (It Came from Outer Space) realizzato nel 1953 da Jack Arnold, che appena un anno più tardi avrebbe terrorizzato nuovamente le sale cinematografiche di tutto il mondo, con il suo capolavoro, il mostro della laguna nera (Creature from the Black Lagoon) del 1954 e immediatamente divenuto un cult. Altro capolavoro realizzato nel 1954 è Il mostro delle nebbie (The Mad Magician) thriller horror diretto da John Brahm. Gli anni cinquanta rappresentano un terreno estremamente fertile per i maestri del terrore, che in pochissimi anni concentrano la produzione di alcuni dei più spaventosi capolavori del cinema , giocando con creature mostruose provenienti dalle viscere della terra o dallo spazio profondo, riuscendo a turbare e disgustare gli spettatori, che grazie alle tre dimensioni si ritrovano a vivere in prima persona alcune delle scene più terrificanti della storia del cinema. Dal 1954 in poi le produzioni horror in 3d realmente significative iniziano a diluirsi sempre di più negli anni, segno del cambiamento dei gusti del grande pubblico che inizia a preferire altri generi cinematografici. Nel 1961 La maschera e l'incubo (The Mask) di Julian Roffman è probabilmente uno dei pochi titoli in 3d dell'intero decennio ad aver lasciato un segno indelebile nella storia del cinema, e bisognerà aspettare ben 10 anni, fino al 1971 con La vera storia del Dottor Jekyll (I, Monster) di Stephen Weeks e successivamente Il mostro è in tavola... barone Frankenstein (Flesh for Frankenstein) del 1973 di Paul Morrissey e Antonio Margheriti per tornare a tremare di paura con indosso i coloratoi occhialini 3D. Gli anni settanta sono in questo senso caratterizzati da un ritorno alla letteratura horror, riprendendo alcuni grandi classici, ma questa rinnovata cultura del terrore non sarà sufficiente a ridare forza ad un genere ormai in declino, per il quale non è più possibile destinare grandi budget e la tecnologia 3d viene lentamente abbandonata, per dare più spazio all'horror splatter che avrebbe caratterizzato gli anni 70 e 80. L'orrore torna in 3D a partire dagli anni duemila, e nel 2011 Fright Night (Il vampiro della porta accanto) diretto da Craig Gillespie, grazie alle nuove tecnologie digitali, può dare nuova linfa vitale alla narrazione da brividi, genere cinematografico che negli anni si è spostato sempre più verso oriente, creando un nuovo polo mondiale del cinema Horror in estremo oriente, dove Danny Pang nel 2015 realizza Tong ling zhi liu shi gu zhai.
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