Più dell’uomo, a volte, per descrivere l’intensità di un sentimento bisogna guardare gli animali. E’ quello che hanno scelto di fare tantissimi registi, realizzando veri e propri capolavori che finiscono per essere vere e proprie riflessioni sulla vita.
“La mia vita a quattro zampe” è un film del 1985 diretto da Lasse Hallstrom. Non proprio conosciutissimo, narra la cruda vicenda del dodicenne Ingemar, del suo cane, di sua madre e del suo gesto di mettersi a quattro zampe e abbaiare in presenza di un litigio. Bellissimo.
“Due fratelli”, girato da Jean Jacques Annaud in splendida forma nel 2004. E’ la storia di due tigri che vengono separate da cuccioli e si rincontrano una volta diventate adulte.
Sempre di Jean Jacques Annaud è “L’orso”, del 1988, in cui si narra di un grizzly che decide di proteggere un cucciolo di orso rimasto orfano, mentre un gruppo di cacciatori dà loro la caccia.
“Torna a casa Lassie”. Parlando di film con animali, non può mancare questo grande classico del 1943 di Fred McLeod Wilcox tratto dal romanzo di Eric Knight. La Grande Depressione e la forzata vendita di un cane che, alla fine, riesce a tornare dal suo padrone sono gli ingredienti di una pellicola indimenticabile.
Infine “Il cavaliere elettrico”, film diretto da Sydney Pollack nel 1979, con Robert Redford e Jane Fonda, in cui un cowboy decide di ridare la libertà allo stallone Rising Star, con un gesto che è un atto di ribellione contro lo sfruttamento degli animali e l’ottica spietata del consumismo.
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