Cesare deve morire è un film dei fratelli Taviani del 2012 girato in carcere a Rebibbia nel teatro del penitenziario di massima sicurezza, utilizzando come attori dei detenuti incarcerati per mafia e camorra. Solo uno di loro è un vero attore, ma fino al 2006 era un detenuto. Essi devono mettere in scena il Giulio Cesare di Shakespeare e lo fanno in un italiano regionale che oscilla tra napoletano, pugliese e siciliano, che è proprio quello che volevano i registi.
Una scena bella è quella del dialogo tra Bruto e Cassio, interrotto dall'arrivo di Cesare.
Una scena decisamente importante invece è quella del tradimento di Bruto e Cassio ai danni di Cesare, che viene accoltellato da loro e dal fratello di Metello e altri ancora, segue la fuga di Bruto e frasi circa la fine della tirannia e il doversi lavare nel sangue.
Un'altra tra le migliori scene del film è il finale, girato a colori, in cui i detenuti recitano davanti a un pubblico, sul palco, e vengono applauditi da tutti, poi vengono riportati ognuno nella sua cella e uno di loro dice: "Da quando ho conosciuto l'arte, 'sta cella è diventata 'na priggione".
Anche la morte di Bruto, che si fa uccidere da un suo amico, è una scena molto toccante.
Le scene a colori sono concentrate all'inizio e alla fine del film, nel mezzo ci sono le scene in bianco e nero in cui i detenuti provano le battute in cortile, in biblioteca, nei corridoi.
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