Il termine snuff (dall’inglese ‘spegnere lentamente’) è associato nella cinematografia moderna ad una tipologia di pellicola amatoriale, il cosiddetto snuff movie, che narra storie in cui sono presenti scene non simulate di tortura, sevizie, stupro, culminanti con la morte delle (ignare?) vittime prescelte. Il presunto realismo e l’effettiva esistenza di questo prodotto sono stati oggetto, dagli anni Settanta del secolo scorso, di numerosi dibattiti: in effetti, ad oggi non si registra la pubblicazione di veri e propri snuff movies, che propongano scene efferate non simulate in virtù di una trama, con un cast dedito alla selezione e alla tortura delle vittime.
La presenza di una trama è il fattore che differenzierebbe lo snuff movie da altri video amatoriali del genere, girati per scopi personali o, ultimamente, terroristici, e che ritraggono scene di violenza efferata non simulata. Molti sono, negli anni, i video che sono stati ‘venduti’ come snuff movies ma che in realtà sono parti di cortometraggi professionali molto violenti e con effetti speciali molto realistici.
Da citare, a questo proposito, l’esperienza dell’attore statunitense Charlie Sheen, il quale nel 1997 venne in possesso di un video, girato in 8 mm, in cui una donna viene uccisa brutalmente da un uomo vestito da samurai. Pensando di trovarsi di fronte ad uno snuff movie, Sheen denunciò il fatto, ma in seguito si accertò il fake: trattavasi di un estratto da Guinea Pig, una serie horror giapponese di quegli anni.
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