Non le manca proprio niente. Hadas Yaron, classe 1990, è bellissima e molto brava. L’attrice israeliana, che quest’anno siede nella giuria internazionale del concorso del Torino Film Festival 2016, ha esordito nella recitazione a soli quattordici anni e in poco tempo ha inanellato premi e riconoscimenti. In Italia è nota ed apprezzata proprio come interprete di film festivalieri. E’ stata infatti la prima attrice israeliana in assoluto a vincere la Coppa Volpi come miglior interprete alla Mostra del cinema di Venezia con il film “La sposa promessa” (2012) di Rama Burshtein. La pellicola indaga con delicatezza e introspezione i rapporti all’interno di una famiglia ebraica dove si consuma un dramma. Nel film Yaron è la diciottenne Shira, che ha davanti a sé un futuro di felici prospettive perché sta per sposare il fidanzato, un coetaneo di cui è innamorata. Ma il destino devia la sua strada: la sorella di Shira muore di parto nel dare alla luce il figlio, e il marito rimasto vedovo potrebbe risposare un’altra donna e portare via con sé il piccolo. Per questo la famiglia decide che sia Shira a sposare il cognato e fare da madre al nipote. Sempre in Italia, e con un passaggio proprio al festival torinese nel 2015, Hadas Yaron, originaria di Tel Aviv, si era già vista in un film diretto da Gianni Zanasi e interpretato da Valerio Mastandrea e Giuseppe Battiston, “La felicità è un sistema complesso”, dove ha il ruolo di Avinoam, una giovane israeliana che tenta il suicidio dopo l’abbandono di un uomo. La sua grazia, i lineamenti raffinati, l’espressività e il talento adesso l’hanno riportata a Torino, per l’edizione numero 34 del festival, a dividere la giuria con personaggi come il presidente Ed Lachman, maestro statunitense della fotografia, e il regista rumeno Adrian Sitaru.
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