Una storia drammatica, un fatto tuttora parzialmente oscuro e tante domande ancora senza risposta; sono questi i primi pensieri che vengono in mente quando si ripensa alla terribile strage avvenuta nei cieli di Ustica il venerdì 27 giugno 1980. Quel giorno un aereo di linea, il DC 9 della compagnia aerea Itavia, si squarciò all’improvviso e precipitò in mare, tra le isole di Ustica e Ponza, uccidendo tutti gli 81 passeggeri a bordo.
Le ipotesi che sono state portate avanti dopo tante indagini sono state essenzialmente tre: un cedimento strutturale del veicolo, un ordigno esplosivo in un bagno di servizio o un coinvolgimento internazionale che vide una collisione in volo tra l’aereo in questione ed un caccia americano che inseguiva un Mig libico nascostosi ai radar volando sotto la pancia del Dc9.
Renzo Martinelli, regista del film “Ustica”, in uscita al cinema il 31 marzo, ha deciso di sposare proprio quest’ultima teoria alla cui conclusione è arrivato insieme all’aiuto di due ingegneri aeronautici, dopo tre anni di attenta analisi di dati e testimonianze.
Il film vede come protagonisti una mamma giornalista (impersonata dall’attrice Roberta Bellodi) che su quell’aereo aveva messo sua figlia Benedetta di 7 anni; e l’onorevole Corrado di Acquaformosa membro della commissione d’inchiesta parlamentare sul Dc9 Itavia, interpretato da Marco Leonardi, la cui moglie elicotterista fu la prima a rilevare un Mig libico caduto in Calabria proprio la sera del 27 giugno 1980, e che cercando la verità, qualche settimana dopo, muore per un improbabile incidente stradale.
Entrambi i personaggi cercheranno in tutti i modi di scoprire cosa effettivamente successe in quel disastro ed entrambi tenteranno di ritrovare la tranquillità che in quel tremendo giorno gli fu irreversibilmente portata via.
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