Uno degli elementi più importanti nello studio di un personaggio cinematografico è la maniera in cui tale personaggio viene presentato allo spettatore, e se è vero che “l’abito non fa il monaco”, quando si tratta di racconti cinematografici bisogna chiudere un occhio, o meglio un orecchio, sui detti comuni e provare a capire i personaggi anche dai loro costumi. Composto, elegante, austero e sgarbato, con la sua pettinatura all’indietro e un elegante foulard scuro stretto al collo, l’ispettore Horace Merring, interpetato da Tim McInnerny, è un personaggio chiave della serie Houdini & Doyle. Ponte fra la giovanissima agente di polizia Adelaide Stratton e i due protagonisti Harry Houdini e Arthur Conan Doyle, è proprio il severo ispettore a mettere in contatto i tre per svolgere indagini su casi paranormali e misteriosi.
Rimasto in ombra per i primi quattro episodi, il personaggio di Horace Merring viene focalizzato nel quinto, dove apprendiamo la sua commovente storia di padre addolorato per aver perso un figlio durante la guerra Boera. L’ispettore presenta elementi degni di nota e approfondimento storico, come ad esempio la sua misoginia che lo porta a delegare inizialmente l’agente Stratton a lavori di poco conto in quanto donna; o piuttosto il suo buon viso a cattivo gioco nei confronti dei due protagonisti, dei quali sembra non fidarsi poi così tanto. Il costume elegante nasconde un uomo che, se odiato durante il primo episodio per i suoi modi bruschi, inizia ad essere apprezzato dallo spettatore nel corso della storia. Contrapposto ai personaggi centrali, Horace Merring diventa importante fulcro narrativo sul quale fare affidamento, e poco importa se mentre ci chiediamo chi avrà la meglio, i personaggi si trovano in furioso disaccordo. I misteri non si esauriscono e forse a Scotland Yard non c’è abbastanza tempo per farsi domande del genere.
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