Il regista Giulio Ricciarelli è nato in Italia ma ha vissuto da sempre in Germania. Conosce bene i tedeschi, ma questa volta non sapeva come avrebbero potuto interpretare un film sull'olocausto creato e diretto da un italiano.
Di film dedicati a quel periodo ne sono stati fatti a bizzeffe, ma film che ne analizzassero davvero il significato di quel periodo storico ben pochi.
La pellicola si svolge nel 1958 a Francoforte, chi doveva essere processato per il nazismo era stato ormai già condannato, eppure è difficile credere che molti tedeschi, non fossero ancora a conoscenza di quel che fu realmente il nazismo e soprattutto la vita degli ebrei nei campi di concentramento.
Un giovane magistrato viene contattato da un giornalista indignato dal fatto che un soldato nazista, sia stato reintegrato nella società diventando un maestro di scuola elementare. Perchè il giornalista è così adirato si chiede il magistrato? E' giusto che i soldati tornino a fare servizio per la società. Decide così di capire quale fosse stato il vero ruolo dei soldati nei campi di concentramento. Per il procuratore Radmann è l'inizio dell'orrore.
La sua sete di conoscenza lo porta alla ricerca di documenti e fotografie che testimoniano la pagina più triste della storia moderna. Famiglia sterminate in nome di cosa? Perchè nulla era stato realmente raccontato? ed è qui che inizia il labirinto del silenzio.
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