Oliver Stone è forse uno dei registi più controversi della storia del cinema statunitense: nato nel 1946 a New York, si rifiuta categoricamente di proseguire la carriera accademica e, anziché iscriversi a Yale, si arruola nell'esercito per andare a combattere in Vietnam. Qui, Oliver conosce la musica dei Doors, i Jefferson Airplane e (quasi) tutte le droghe all'epoca presenti sul mercato.
Tornato dalla guerra, gli viene riconosciuta la Medaglia di bronzo per il valore militare; uscito definitivamente dall'esercito, Stone comincia la sua sfolgorante carriera come regista e sceneggiatore. Fin dalle sue prime sceneggiature traspare una vena altamente polemica – quando non apertamente ipercritica – nei confronti della società americana; questa sua vis polemica lo porta a scrivere la sceneggiatura per il film di Alan Parker Fuga di Mezzanotte per la quale vince il suo primo Oscar.
Se da un lato le sue abilità come sceneggiatore sono subito apprezzate, la sua abilità alla regia stenta per un attimo a decollare: dopo aver diretto tre film alquanto mediocri, nel 1981 egli dirige Michael Caine nel film La mano; nel 1986 dirige Willem Dafoe nel suo film vincitore dell'Oscar come miglior regia Platoon. Alla fine degli anni Ottanta, egli dirige Tom Cruise nel film campione d'incassi e vincitore di un altro Oscar Nato il Quattro Luglio.
A partire dagli anni Novanta, Stone abbandona quasi definitivamente i film che parlano di guerra per dedicarsi a film di natura diversa: il suo interesse è rivolto infatti verso la vita politica americana, sui suoi vizi e gli eccessi della classe dirigente. Uno dei migliori film di questo periodo è senza ombra di dubbio Gli intrighi del potere, un biopic sul Presidente Richard Nixon.
La carriera di Stone è sfolgorante e come capita spesso in questi casi, nel 2004 egli tenta di cimentarsi con un argomento che, per la sua complessità, andava affrontato in modo assai diverso: il film Alexander, infatti, delude moltissimo le attese e viene stroncato dalla critica e affossato ai botteghini di tutti gli Stati Uniti. Dopo il fallimento di questo kolossal – il primo e ultimo di Stone alla regia – egli torna a fare film politicamente molto impegnati, tra i quali vanno sicuramente annoverati W., film del 2008 incentrato sulla vita di George W. Bush e Snowden, film che uscirà nelle sale italiane il prossimo Primo Dicembre e che è incentrato sulla vita di Edward Snowden, il fondatore del sito Wikileaks.
Se i primi due film menzionati toccano emozionalmente poiché in essi si vede il travaglio del protagonista di fronte alla realtà – una realtà a lui aliena e che non capisce a fondo – nel terzo film di questa triade il protagonista viene dipinto come piuttosto abietto e riprovevole: il protagonista del film Gli intrighi del potere è il Presidente Nixon, interpretato da uno strabiliante Anthony Hopkins. Della sua carriera politica vengono mostrate sapientemente sia le luci sia le tantissime ombre. Ancora una volta, però, a farla da padrone è la psicologia del personaggio protagonista: egli, infatti, non viene mostrato in modo asettico perché Stone vuole quasi mostrare l'uomo dietro la maschera del potente di turno. Ne esce, quindi, il ritratto di un uomo debole, senza carisma, le cui ansie e nevrosi alla fine hanno il sopravvento su tutto ciò che quest'uomo ha rappresentato per l'America.
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